Deve essere dura la vita per un giovane direttore chiamato a dirigere la rete ammiraglia con un super capo come Campo Dall’Orto che una ne fa, cento ne pensa e 20 ne assume (di dirigenti per giunta esterni).
Una vita di preoccupazioni e di patemi d’animo. Prendiamo questi ultimi giorni ad esempio. Andrea si sveglia, fa, presumibilmente, una sana colazione all’italiana e comincia a leggere le agenzie, i social, i giornali e si ritrova un rabbioso Michele Santoro che dal Salone del libro di Torino si scaglia contro il mega direttore generale campo Dall’Orto perché ha dichiarato che gli piacerebbe riavere Bonolis: «Mi indigna che il direttore generale della Rai si auguri soltanto di contare sul ritorno di Paolo Bonolis. Ma dopo dieci mesi passati a studiare i palinsesti, è possibile che sia giunto solo a questa determinazione? Dal punto di vista culturale è una vera tragedia!. E tutto ciò accade perché ci sono degli impresari e dei produttori che controllano la produzione della tv di stato».
Tuona il Santoro furioso e allude a quella morsa nella quale è stretta la Rai, la morsa degli impresari, peccato che il manager di Bonolis abbia anche curato i suoi di interessi. Quando strizzava i gioielli per suo conto pur di strappargli degli ottimi compensi il controllo evidentemente non esisteva. Ma il dolore di Fabiano non è neanche tanto per la notizia in sé… È che nemmeno viene nominato: si parla della rete da lui diretta e non ha nemmeno l’onore di venire insultato che comunque un insulto da Santoro fa curriculum.
Squilla il telefono. Chi sarà? Speriamo non sia… pigia il tasto del telefonino aziendale per rispondere e dall’altra parte una voce gli chiede conto della conduzione del programma con Arianna Ciampoli, l’anteprima di “Estate in diretta”. «Andrea… mancano due settimane, ma questo nome quando esce? Che facciamo, mettiamo Pinto?». Eh sì! In un impeto renziano di democrazia partecipata ha dichiarato pubblicamente di poterlo chiamare per nome e non con la qualifica formale di direttore. Non l’avesse mai fatto, nei corridoi a viale Mazzini è tutto un «bella André… Ciao André… Come va André»… Starà maledicendo il momento in cui ha avuto quella uscita.
In effetti però il problema c’è: tra due settimane il programma va in onda e un conto è farlo con una sola conduttrice, la Ciampoli e un conto è con due… ma se quelli del Tg non gli mandano un nome che ci può fare? Tra Orfeo lo smilzo che ormai è giunto anche il momento di cambiarlo sto guardaroba che ci naviga dentro quelle giacche e Verdelli proprio di questa cosa davvero non ne ha colpa. E su Giacinto Pinto, è un inviato ma la macchina di Vita in diretta la conosce bene, sarà meglio di tanti altri. Quanti problemi ha un direttore, mica lo sapeva quando ha accettato.
Prendi quel pasticciaccio brutto della mattina: aveva pensato che, forse, ripristinare “A conti fatti” sarebbe stato il male minore. In fondo è un programma di servizio, se non va tanto bene non è così grave e il grande capo Dall’Orto ha sempre detto che gli ascolti non devono essere un’ossessione. Ma quando ha provato a dirlo alla conduttrice la tensione è salita e c’è stato parecchio nervosismo.
È davvero dura la vita del direttore! Trovarsi faccia a faccia con una conduttrice scontenta non deve essere una bella esperienza: si aspettava un ringraziamento per aver preso sulle sue spalle un programma in una fascia effettivamente difficile, si aspettava una crescita professionale, una ricompensa per la sua grande professionalità ma al di là delle aspirazioni se in quella griglia non ci sono spazi che si fa? Ce li si inventa? Ha provato a proporre un’alternativa ma solo ad aver pronunciato la parola “Saba..” è scoppiato quasi il finimondo… Meglio rimandare…meglio soprassedere. Magari le cose si aggiustano da sole… magari se aspetta un altro po’ ci pensa Antonio che gli piace così tanto prendere decisioni. Forse sì, è meglio così…aspettiamo ancora un po’ Fabiano che tutto si aggiusterà.
Bob