C’è un film del 1980 con Jane Fonda e Dolly Parton, “Dalle 9 alle 5 orario continuato”, che fa al caso nostro per descrivere la singolare situazione in cui versa ormai Rai Uno. Si potrebbe immaginare un “reboot” come va di moda oggi e chiamarlo: dalle 11 alle 19 ascolti in rosso.
La trama: il pubblico del mattino ancora staziona, sempre meno in verità, sulla rete ammiraglia ma dalle 11 in poi, quando parte Forum, non c’è più storia. La programmazione di Rai Uno scompare sotto i colpi impietosi di Canale 5 e persino il Tg1 delle 13.30 arranca ma in generale è davvero un pianto. Antonella Clerici sta segnando ascolti imbarazzanti e non nasconde un certo nervosismo a telecamere spente, ma è dal Tg economia che la situazione si fa imbarazzante.
La vita in diretta prima parte porta a casa un misero 9%, mentre Canale 5 viaggia già al doppio dello share e la situazione non migliora con Torto o ragione. A questo punto però il nostro ipotetico film mostra una sceneggiatura debole perché non si capisce quale pegno debba pagare la Rai e perché non si liberi di un format in caduta libera da anni: un po’ come quando nei film dell’orrore il protagonista scende nella cantina buia, tutti sappiamo che lo aspetta il mostro, ma lui scende lo stesso. È da quando è andata via Veronica Maya che il programma ha perso ascolti senza mai riprendersi e davvero non si capisce perché il direttore Fabiano si ostini a tenerlo in vita.
Proseguendo verso la nostra meta delle 19 dobbiamo prendere atto che nei piani strategici del Biscione è stata fatta la scelta di puntare buona parte delle energie aziendali sulla fascia pomeridiana, perché da anni schiera una formazione imbattibile: soap opera, telenovela, “Uomini e donne”, telenovela con la sola, dolorosa variazione di “Amici di Maria De filippi”. Non c’è storia e non c’è verso che la Rai riesca a porvi rimedio quasi che sia stata siglata una tregua tra i due contendenti.
Ed è talmente alto il vantaggio da tener schiacciata Rai Uno fino appunto alle 19 dove “Reazione a catena” e il suo omologo invernale “L’eredità” ribalta letteralmente i risultati, attirando senza problemi tra i 2 e i 4 milioni di spettatori tra prima e seconda parte. Questo da anni è il palinsesto del pomeriggio di Rai Uno e onestamente mal si concilia con un direttore giovane che tanta speranza di cambiamento aveva suscitato al suo arrivo. Ma in pochi mesi la speranza ha lasciato il posto alla delusione e alla constatazione che Fabiano appartiene alla scuola dei grandi annunci e degli eventi (in questo la sintonia con il premier è ammirevole), ma di risolvere realmente i problemi della rete no, quella non sembra essere una sua priorità.
Bob