Intervista a Paolo Pierobon: «Mi diverto a fare De Silva di Squadra Antimafia. Cambia faccia continuamente»

L'attore, che sarà al cinema con due film "La pelle dell'orso" e "Come diventare grandi nonostante i genitori", torna anche a teatro con due spettacoli

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Un periodo di lavoro intenso, come intensi sono i diversi personaggi che interpreta. È impegnato su tutti i fronti (tv, cinema e teatro) Paolo Pierobon ora su Canale 5 con l’ottava stagione di Squadra Antimafia quella de “Il ritorno del boss”, ma sarà presto nelle sale cinematografiche con “La pelle dell’orso” (3 novembre) e “Come diventare grandi nonostante i genitori” (24 novembre), e poi calcherà i palcoscenici di tutta Italia.

Qual è il suo ruolo nel film di Marco Segato?

«I personaggi sono tipici del paesino di montagna, nelle Dolomiti bellunesi, dove è stato girato il film, attori quasi tutti di lingua veneta. Io sono Crepaz, il proprietario di una cava, colui che in pratica dà il via alla scommessa di Pietro, che è un mio dipendente e parte alla ricerca di un orso, che sta creando parecchi danni. Pietro è un alcolizzato e questa caccia per lui è un riscatto. Il film è una fiaba senza tempo, gotica, noir, ma adatta a tutta la famiglia e con delle immagini spettacolari. Scenari di montagna ma anche di paesi quasi arcaici, fermi agli anni ’50».

Per la Disney invece vestirà i panni di un genitore…

«Sì in “Come diventare grandi nonostante i genitori”, un film diretto da Luca Lucini e interpretato da un grande cast italiano, perchè ci sono Margherita Buy, Giovanna Mezzogiorno e Matthew Modine. Un film per ragazzi che prende spunto dalla serie Tv Alex & Co.».

Intanto il venerdì sera su Canale 5 c’è “Squadra Antimafia” e Filippo De Silva. Cosa ci dobbiamo aspettare?

«Brutti colpi (dice con il tono dell’agente segreto della fiction, ndr). De Silva è un personaggio nuovo ogni anno, cambia continuamente faccia, ogni stagione di fatto muore e poi risorge, e a me piace per questo. Mi sono confrontato a lungo con lo sceneggiatore, ed è venuto fuori un personaggio particolare, diverso e sempre molto al limite».

Un personaggio molto amato dal pubblico… Lei ci è affezionato?

«Parecchio. Mi diverto molto a farlo. Oscilla tra l’horror e la simpatia, non è uno stinco di santo, ma piace».

Si farà la nona stagione?

«Al momento, a differenza degli altri anni, non stiamo ancora girando. “Squadra Antimafia” è una serie molto longeva e forse la produzione aspetterà di vedere come andrà questa per poi decidere. Gli ascolti sono un po’ in calo, ma la storia di De Silva, figlio di Mazzeo ha rialzato la media degli spettatori. Si farà uno spin off su Rosy Abate, chissà potrebbe essere la giusta chiusura o forse no. In realtà non sarà un’altra Squadra Antimafia, ma si capirà molto della storia di Rosy dalla morte di suo figlio Leonardino in poi. Non posso dire di più».

Cosa le piace del suo lavoro?

«Una delle cose che mi piace di più è quella del cambiamento, essere un personaggio diverso ogni volta, per questo adoro De Silva, c’è sempre qualcosa di nuovo, altrimenti mi stuferei. Quando si cambia scatta anche una crescita, e questo avviene sia cambiando personaggio che genere di film. L’importante è che ci sia sempre qualità, impegno e motivazione».

A cosa sta lavorando ora?

«Sono da poco finite le riprese di “Beate”, una commedia sociale di Samad Zarmandili con Donatella Finocchiaro. Le operaie di una fabbrica di intimo femminile sono costrette alla cassaintegrazione e si uniscono a un gruppo di suore ricamatrici di un convento, che sta per essere abbattuto per costruirci un centro benessere».

Sarà “beato” fra le donne… che parte fa?

«Si, sarò beato fra le donne! Nel film sono un magazziniere della fabbrica, che è anche l’amante della protagonista, e il rappresentante del nuovo intimo che le suore e le operaie produrranno insieme».

Quest’anno ha vinto il premio “Le Maschere del Teatro Italiano”. È stato emozionante per lei che ama così tanto il teatro?

«Una grande emozione, anche perchè eravamo tre candidati e solo lì sul momento ho scoperto di aver vinto io. È un premio come migliore attore protagonista per lo spettacolo “La morte di Danton” diretto da Martone dove interpreto Robespierre, e il riconoscimento viene assegnato dopo un voto espresso da 800 persone quindi mi fa davvero piacere. Il prossimo anno voterò anche io».

Quando la rivedremo a teatro?

«Con “La morte di Danton” intorno a maggio, saremo al teatro Argentina a Roma, e poi a Napoli, Firenze e Torino. Ma prima girerò l’Italia con “Lehman Trilogy (dal 25 novembre al 18 dicembre all’Argentina di Roma, ndr), per la regia di Luca Ronconi».

Altri impegni per il prossimo anno?

«Tra febbraio e marzo dovremmo iniziare le riprese di un docufilm di Andrea Segre sugli sbarchi clandestini».

Come passa il tempo libero?

«A dire il vero ne ho poco, mi piace molto camminare, fare lunghe passeggiate in mezzo alla natura e viaggiare».

Cosa le piace di Roma?

«La mia base è a Milano, ma vengo spesso a Roma. È talmente vasta e varia. Ho vissuto tra Centocelle e Quarticciolo ed è uno spaccato di vita. Adoro Villa Pamphili, Campo de’ fiori, il Ghetto ebraico e il quartiere Monti».