Una miniserie in quattro puntate, ma come le ha definite il regista Michele Alhaique sono praticamente quattro film più che episodi, che racconta una delle più grandi organizzazioni criminali al mondo, ovvero la ’ndrangheta calabrese. Sicuramente la meno raccontata in tv, ma non meno violenta o devastatrice rispetto alle altre organizzazioni mafiose.
IL CAST – Solo, questo il titolo della fiction in onda su Canale 5 dal 9 novembre in prima serata, prodotta da Pietro Valsecchi e realizzata da Taodue, con Marco Bocci nel ruolo del protagonista, un agente sotto copertura, Peppino Mazzotta che veste i panni di Bruno uno dei boss, e poi con Diane Fleri (Barbara, poliziotta e compagna di Marco, il protagonista), Renato Carpentieri (Antonio, il vecchio boss), Carlotta Antonelli (Agata), e poi con Federico Tocci, Pierluigi Masi, Alessio Praticò, Marcello Mazzarella, Francesco Acquaroli, Max Mazzotta, Riccardo Zinna e Pino Caruso.
LA STORIA – La storia è quella di Marco, agente dello Sco che deve infiltrarsi nella ‘ndrina per conoscere a fondo chi controlla il porto di Gioia Tauro, snodo di traffici illeciti. Marco, nome in codice “Solo”, dovrà calarsi nei panni del criminale, per entrare in contatto con la famiglia Corona (in guerra con gli altri clan), meritare la fiducia, ma allo stesso tempo sarà coinvolto in loschi affari, omicidi e violenze, che lo porteranno a navigare tra bene e male per non far fallire la missione. Metterà a rischio la sua interiorità, i suoi affetti, avendo un legame con la collega Barbara, ma non potrà sottrarsi dal legarsi a un’altra donna sempre per portare avanti il suo compito.
LE DICHIARAZIONI – «Abbiamo in tanti anni raccontato storie del paese – ha spiegato Pietro Valsecchi – per dare memoria di quello che è accaduto e trasmetterlo ai ragazzi. Questa fiction è un esempio importante per il nostro paese, racconta di una realtà dura ed è ispirata a una storia vera di qualche anno fa, ovviamente in parte romanzata».
Ci sono voluti due anni di lavoro «ed è stata un’esperienza incredibile – ha raccontato il regista Michele Alhaique -. Ogni puntata sarà un crescendo. Sono davvero contento del lavoro di tutto lo staff e del cast. Bocci rappresenta bene la forza di questo eroe, che però dentro ha un altro mondo. Quello esteriore e quello interiore vengono contrapposti. Diane Fleri ha invece un personaggio originale».
L’attore Marco Bocci si è detto emozionato «sia oggi, che prima di cominciare le riprese. Abbiamo cercato di rappresentare esseri umani che si impegnano nel loro lavoro quotidiano, eroi ma che sono pieni di difetti e paura, che vivono in modo precario. Michele è un regista capace di creare un gruppo e delle dinamiche che hanno coinvolto tutti in qualcosa di importante ogni giorno. Andavamo tutti nella stessa direzione, ed è stato un piacere lavorare con tutto il cast. Questa serie mi lascia un impegno profondo, mi ha fatto conoscere dinamiche che a volte sono crudeli, qui i cattivi non sono mitizzati e capisci le difficoltà, l’importanza e l’impegno di alcune persone. In pratica cambia il tuo punto di vista. Io mi sono preparato cercando di mettere in scena dinamiche narrative più reali possibili. Ho ragionato come Marco Bocci, chiedendomi io per primo cosa avrei fatto in quella situazione, e il confronto continuo con Michele mi è stato di aiuto».