Rai Due, Marco Giallini è il cinico poliziotto Rocco Schiavone

Una serie in sei puntate in compagnia del burbero personaggio nato dalla penna di Antonio Manzini. Intervista all'attore romano

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Sei puntate in compagnia del cinico e burbero Rocco Schiavone, il personaggio nato dalla penna di Antonio Manzini (che ne ha curato per la televisione la sceneggiatura insieme a Maurizio Careddu) che dopo alcuni romanzi e qualche racconto approda in tv, grazie alla collaborazione Rai Fiction e Cross Productions. A interpretare il vicequestore in forza alla Polizia di Stato è l’attore Marco Giallini, per la regia di Michele Soavi. Si tratta di una mini serie in sei puntate, in onda su Rai Due a partire da mercoledì 9 alle ore 21.20 (seconda puntata venerdì 11).

IL CAST – Nel cast ci sono anche Ernesto D’Argenio (Italo Pierron), Claudia Vismara (Caterina Rispoli), Isabella Ragonese (Marina), Francesca Cavallin (Nora), Fabio La Fata (Antonio Scipioni), Massimiliano Caprara (Deruta), Christian Ginepro (D’Intino), Gino Nardella (Casella), Massimo Reale (Alberto Fumagalli), Filippo Dini (Procuratore Baldi), MAssimo Olcese (Questore Costa), Marina Cappellini (Anna), Francesco Acquaroli (Sebastiano) e Anna Ferzetti (Adele).

L’INTERVISTA – «Questo personaggio l’ho trovato molto simile a me – racconta Marco Giallini -. La serie è stata girata a Roma e ad Aosta. Due belle città, anche se a Roma è impossibile girare in ogni senso, sia film e che con l’automobile. Con Michele Soavi mi sono trovato bene, abbiamo instaurato un rapporto di estrema amicizia, siamo sulla stessa lunghezza d’onda. “Rocco Schiavone” ha una grande regia, un bel cast e una fotografia spettacolare».

Parlando di “Rocco”, l’attore romano spiega: «È una persona che ha capito come si vive a questo mondo, dice quello che pensa, ha reazioni particolari e si comporta male con chi se lo merita. E diciamo che mi trova d’accordo con il suo modo di fare, ovviamente nei limiti e nel rispetto di tutti. Ma si porta dietro sempre un grosso peso. Io ci sono molto legato a Rocco e a quel loden, mi lego sempre ai personaggi che interpreto. Di Rocco mi porto dietro l’ironia, altrimenti non si vive».

Marco Giallini poi parla dei film con cui è cresciuto: «Abbiamo insegnato noi a fare il western agli americani. Mio padre era un appassionato, divorava film e io li vedevo insieme a lui. Delon, Belmondo, Volontè, i film di Di Leo come “Milano calibro 9”. La fiction italiana? Se è fatta bene, con il cuore, senza pensare a chi la deve vedere e perchè, vengono fuori alcuni prodotti ottimi come Montalbano e Distretto di polizia per restare nel genere poliziesco e tra quelli di lungo corso e più seguiti».

LA STORIA – Rocco Schiavone è un poliziotto che viene da Trastevere, è ruvido, tormentato e a volte gioca sporco, e proprio per questo è stato trasferito ad Aosta, una punizione per i suoi metodi di lavoro non sempre leciti. È un tipo burbero, con qualche scheletro nell’armadio, un ricordo della moglie sempre presente, ma ha anche il cuore d’oro, ha sete di giustizia e risolve sempre i casi grazie al suo incredibile fiuto. Caratteristiche che inevitabilmente di portano a stare dalla sua parte.

I sei episodi sono tratti dai romanzi “Pista nera”, “La costola di Adamo”, “Non è stagione” ed “Era di maggio” e dai racconti brevi “L’anello mancante” e “Castore e Polluce” di Antonio Manzini editi da Sellerio. Sei casi intricati tra omicidi, finti suicidi e rapimenti, ma che Rocco Schiavone saprà risolvere, rompendo anche gli equilibri tranquilli di una cittadina come Aosta.