Non usa mezzi termini, il sindaco di Fiumicino Esterino Montino per ribadire la sua più totale contrarietà all’ipotesi di un raddoppio dell’impianto di compostaggio dell’Ama a Maccarese, vicino alla Riserva Naturale Statale del Litorale Romano. Ipotesi che era stata prospettata dall’assessore all’Ambiente del Comune di Roma, Pinuccia Montanari.
«Sono davvero fuori luogo le dichiarazioni dell’assessore capitolino – ha attaccato Montino – rilasciate in Commissione parlamentare Ecomafie circa il raddoppio dell’impianto Ama di Maccarese. Intanto perché, lo dico in modo molto chiaro: “non si è padroni in casa d’altri”. Si dà il caso, infatti, che Maccarese ricada nel territorio del Comune di Fiumicino e, quindi, non si assumono decisioni che ricadono nelle competenze di altro Ente». «L’idea, poi, di raddoppiare da 20 a 40mila tonnellate l’impianto di Maccarese – ha proseguito il sindaco di Fiumicino – è semplicemente assurda. Intanto perché non si tiene in alcun conto il fatto che quel sito che negli anni ha già subito ampliamenti per circa il 400% è assolutamente incompatibile con l’assetto ambientale dell’area nel cuore della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano e soffre di un evidente deficit infrastrutturale».
«In più – ha aggiunto Montino – il Comune di Fiumicino, non da oggi, ha una posizione radicalmente opposta che punta alla dismissione totale di quell’impianto. Già due anni fa, in conferenza dei servizi, questa Amministrazione si è formalmente dichiarata contraria a qualsiasi ipotesi di raddoppio anche della sola trasferenza dell’organico a Maccarese. La Regione Lazio, a questo proposito, ha autorizzato l’Ama alla trasferenza condizionandola a un programma e a una scadenza precisa legata alla realizzazione di un impianto analogo a Rocca Cencia. Poiché il Comune di Roma, da qualche mese, ha deciso di non realizzare più l’intervento su Rocca Cencia decade, di fatto, l’autorizzazione per la trasferenza nell’impianto di Maccarese». «Chiedo, quindi, che la Regione assuma un provvedimento di revoca del raddoppio della trasferenza perché – ha concluso Montino – caduto il presupposto giuridico dell’autorizzazione iniziale».