di ALBERTO SAVA
Juri Marini, candidato sindaco del Pd di Cerveteri, designato attraverso regolari consultazioni primarie, ha scritto al segretario del Pd del Lazio, dopo che quest’ultimo aveva adombrato l’opportunità di togliere il simbolo del Pd al circolo di Cerveteri, nell’imminenza delle elezioni amministrative.
LA SFIDA DI JURI MARINI
Juri Marini ha lanciato la sua sfida, rifiutandosi di farsi rosolare sulla graticola dello scontro interno, avallato da alcuni dirigenti romani del partito, contro la segreteria Falconi, uscita vincente sia dal congresso che dalle primarie, indette in pieno accordo con il segretario provinciale Rocco Maugliani, e da questi legittimate nel risultato.
Scrive Juri Marini: “Caro Segretario del Pd Lazio, Fabio Mellili,
le tue considerazioni sull’opportunità di togliere il simbolo al Pd di Cerveteri mi hanno profondamente indignato. Chi ha reso pubblica quella tua nota interna, ti ha di fatto trascinato nel turbinio di esternazioni strumentali che ne sono seguite, tutte volte ad attaccare e denigrare il Partito Democratico. Proprio per questo, paradossalmente, le motivazioni alla base delle tue considerazioni, ossia la preoccupazione che il Pd finisca per fare una brutta figura, sono diventate interamente ascrivibili alla tua stessa nota. Perché è proprio questa vicenda che sta infangando e indebolendo il Pd, generando sgomento e disorientamento fra elettori e militanti. Pertanto, a meno che non sia in atto una precisa strategia, derivante da chissà quali inconfessabili motivi, volta ad affossare il Partito Democratico, ritengo doveroso un intervento che ponga fine a questo stillicidio.
Non sta certo a me stabilire il “come”.
Certo, appare francamente assurdo che un giudizio politico sul percorso del Pd di Cerveteri, per quanto critico e per quanto in parte anche condivisibile, possa prevaricare ciò che è stato alla fine l’esito di un voto democratico, sia al Congresso che poi alle successive Primarie. In democrazia funziona così: si discute, anche animatamente, ma poi si vota e si decide. Il nostro partito si distingue proprio per il profondo rispetto delle regole di democrazia interna. Altrimenti saremmo come un Grillo qualsiasi, che prima blatera di democrazia diretta, indice consultazioni interne come a Genova, e poi, quando non gli piace il risultato, toglie il simbolo e annulla tutto.
Ecco, io penso che il Pd sia un’altra cosa. Noi, a Cerveteri, abbiamo partecipato e vinto con un progetto e assumendo la responsabilità di indicare una linea. Come funziona in Primarie vere. Abbiamo ritenuto, in piena libertà e indipendenza, di dover difendere il Partito Democratico da due spinte diverse e contrapposte, e a quanto pare ispirate dall’alto, orchestrate da quanti pensavano di gestire il simbolo come un pacco da offrire in dote, chi al populismo di sinistra del Sindaco uscente, chi a raggruppamenti civici di centrodestra. Piaccia o no, abbiamo contrastato quelle logiche rimettendo al centro l’identità, la dignità e la credibilità del Partito Democratico. Su questo e per questo alla fine abbiamo vinto. Senza per altro chiudere le porte a nessuno, perché restano ampi spazi per chiunque intenda offrire il proprio contributo, ma all’interno e nel rispetto di due pilastri irrinunciabili: il candidato e la griglia programmatica usciti dalle Primarie del Pd.
Questo è il quadro, che evidentemente ha scontentato chi aveva obiettivi e interessi diversi. Adesso però, che da Roma vogliate cancellare il Partito Democratico alle elezioni di Cerveteri, oppure recedere da questa folle ipotesi e confermare la legittimità del suo percorso democratico (come per altro certificato dal Segretario del Pd provinciale, Rocco Maugliani), è tempo che tu, in qualità di Segretario regionale, chiarisca pubblicamente e definitivamente quale siano le vostre decisioni. Questa storia ha già fatto troppi danni, ed è inaccettabile che ne faccia ancora. È ingiusto e irrispettoso nei confronti di chi sta già lavorando e soprattutto nei confronti dei nostri elettori.
Confido in una pronta e chiara risposta (evitiamo di tergiversare in politichese, ti prego), e ti informo fin da subito che, almeno per quanto mi riguarda, nel caso tu decidessi di andare fino in fondo con la posizione espressa nella tua nota, per quanto la ritenga ingiusta e illegittima, non opporrò alcuna azione di rivalsa. Ne prenderò atto con assoluta serenità, semplicemente considerando definitivamente concluso il mio impegno in politica. Noi, sempre a testa alta”.