Michele La Ginestra arbitra lo scontro generazionale nel game show di Tv2000

Tra sfide e battute l'attore torna in tv per condurre "Il programma del secolo". Nell'intervista confessa: «Ce la sto mettendo tutta come se fosse Sanremo»

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Michele La Ginestra torna in Tv (Foto Stefania Casellato - per gentile concessione)
Michele La Ginestra torna in Tv (Foto Stefania Casellato - per gentile concessione)

L’epica battaglia per lo scontro generazionale ha inizio. Dal 20 aprile, per sei giovedì consecutivi in prima serata, si scontreranno smartphone e uncinetto, boom economico e crisi, tv pedagogica e film in streaming. Tv2000 getta nel salotto degli italiani un programma che mette a confronto i baby bommer e i millennial. Over 65 contro under 25 per capire – fra battute, giochi e premi – come la tecnologia abbia cambiato due generazioni tanto lontane, quanto diverse.

Ma Il programma del secolo, questo il nome del nuovo game-show targato Cei, sarà anche l’occasione per intavolare riflessioni su sei complicati temi. Ogni puntata approfondirà infatti una questione ben distinta con domande e prove da affrontare: amore, lavoro, divertimento, cibo, moda e viaggi. Il tutto coordinato dall’attore Michele La Ginestra, da quasi vent’anni interprete di film e fiction di successo, che torna dopo due anni sul piccolo schermo.

Recita in tv, al cinema e in teatro. Conduttore e protagonista di spot televisivi. Lei è un attore a tutto tondo. E ora torna in tv con un nuovo programma. Cosa si aspetta?
«Mi aspetto di portare un po’ di quello che so di palcoscenico anche in televisione, affinché non ci sia solo un gioco televisivo, ma anche tutto quello che il palcoscenico solitamente regala. Perciò divertimento, ma anche un po’ di riflessione, confronto e commozione che sono necessari per descrivere a pieno l’umanità. La televisione va troppo veloce, tante volte si perdono questi momenti facendo sì che diventi tutto un po’ superficiale. Riuscire a fare una televisione che possa parlare anche di argomenti importanti attraverso il divertimento, secondo me, è un passo in avanti che concilia l’aspetto teatrale e la televisione».

Che cos’è il Programma del secolo?
«È un game show, cosi viene chiamato da quelli che sanno parlare inglese, attraverso il quale mettiamo a confronto due generazioni, quella dei nonni e dei nipoti, in un secolo in cui è cambiato totalmente il rapporto che c’è fra la tecnologia e l’uomo. Dobbiamo fare conto che i nostri nonni non avevano, magari, la corrente elettrica a casa, l’acqua oppure il gas. Invece, oggi i nostri figli, i nostri nipoti, hanno tutto a portata di mano. Il concetto di consumismo non lo comprendono perché consumano tutto e di più. L’idea è quella di metterli a confronto su un terreno, che è quello del gioco, per comprendere quanto siano distanti e quanti punti in comune ci possono essere fra queste due generazioni. Magari rompendo anche delle barriere. Sarà un buon modo per fare una riflessione: stiamo andando troppo in fretta? Era necessario andare così lentamente prima?».

Qualche anticipazione sulla prima puntata? Chi sarà l’ospite vip?
«Io non lo so… ma te lo posso dire? (scherza, ndr) Perchè io lo so chi è (sorride, ndr). Va bene, te lo dico: avremo come ospite Adriano Pappalardo e Annuccia di “Un medico in famiglia”, la nipote per eccellenza. E poi ci sarà un ospite d’onore a sorpresa, una grande attrice e regista romana. Giocheremo anche con loro. Due faranno i capitani delle squadre e l’altro ospite (la misteriosa attrice, ndr) farà parte di un gioco. Dovremo indovinare chi è l’ospite d’onore e poi, una volta indovinato, diventerà il giudice».

Michele La Ginestra con Licia Colò (Foto Stefania Casellato - per gentile concessione)
Michele La Ginestra con Licia Colò (Foto Stefania Casellato – per gentile concessione)

Perché Tv2000, cosa l’ha convinta?
«Mi piace molto questo tentativo di modernizzarsi. Per alcuni versi ha questa voglia di uscire fuori allo scoperto, di trovare dei meccanismi per comunicare con i giovani. E renderla un po’ fruibile a tutti. Mi piace che non c’è questa rincorsa agli ascolti a tutti i costi. Qui non c’è questa isteria di dover acchiappare i telespettatori attraverso il gossip. C’è il tempo per far uscire l’essere umano che sta parlando, magari a discapito di un ascoltatore. Se posso mettere in servizio quel poco che ho imparato in questi anni di palcoscenico, mi fa piacer essere utile».

Ci saranno altre collaborazioni con l’emittente della Cei?
«Me lo auguro dal profondo del cuore. Perché no? Io ce la sto mettendo tutta, come se fosse la conduzione di Sanremo».

Continuerà a fare programmi tv o tornerà in teatro? Che altri progetti ci sono in ballo?
«La televisione la apprezzo quando fatta in questo modo. Mi piace molto sposare questi progetti. La televisione è importante perché ti fa apparire e conoscere in tutta Italia. Il teatro no: per farti conoscere in tutto il Paese fai un percorso molto più faticoso. Mi ricordo quando feci Rugantino, abbiamo fatto tutto esaurito per due mesi per un totale di 50mila persone. In qualsiasi trasmissione televisiva, invece, li superi facilmente. È importante il mezzo televisivo, ma io sono un uomo di teatro, perciò non lo abbandonerò mai. Se posso sfruttare la televisione per avvantaggiare il teatro, ben venga. Se posso sfruttare il teatro perché la televisione possa arricchita in qualche modo, ben venga. Però, se dovessi scegliere un domani fra tv e teatro, scelgo quest’ultimo. Comunque, fare televisione in questo modo mi piace molto, mi appartiene e spero possa continuare un avventura di questo genere».

Alessandro Moschini