L’arrivo dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine del latte a lunga conservazione è stato accolto positivamente dal 76% degli italiani che lo considerano un importante elemento di scelta.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel primo girono dell’entrata in vigore del decreto interministeriale sulla base consultazione on online del Ministero delle politiche agricole dalla quale emerge tra l’altro che la percentuale sale al 91% per yogurt e formaggi. Una esigenza accolta positivamente dalla distribuzione commerciale e dall’industria con ben due confezioni di latte a lunga conservazione su tre che, secondo un monitoraggio della Coldiretti, sono già in regola con la nuova etichetta di origine che consente di smascherare il latte straniero spacciato per italiano, nonostante il provvedimento preveda la possibilità di smaltire le scorte entro 6 mesi.
Per garantirsi che l’intero processo produttivo sia stato effettuato in Italia il cosniglio della Coldiretti è verificare che sull’etichetta ci sia riportata semplicemente l’indicazione “origine Italia” o di scegliere, in questa fase transitoria, le confezioni che in modo volontario riportano l’indicazione 100% italiano.
Una opportunità – precisa la Coldiretti – per non cadere nell’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, senza che questo sia stato obbligatorio fino ad ora riportarlo in etichetta. 1,7 milioni di mucche da latte presenti in Italia ma anche pecore e capre possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, burro, formaggi e yogurt che – sottolinea la Coldiretti – è garantita da livelli di sicurezza e qualità superiore grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati a livello comunitario con la leadership europea con 49 formaggi a denominazione di origine realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione. L’obbligo di indicare l’origine in etichetta – conclude la Coldiretti – salva dall’omologazione l’identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale territoriale e tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono anche di sostenere la straordinaria biodiversità delle razza bovine allevate a livello nazionale.