Wind-Tre, 900 lavoratori rischiano il posto

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Wind-Tre, uno dei colossi della telecomunicazione, e 900 lavoratori che rischiano il posto. Nel mirino una nuova realta’ societaria, nata dalla fusione di Wind e Tre, la quale in sede di presentazione di piano industriale ha espresso la volonta’ di esternalizzare alcuni servizi tra i quali il customer care (assistenza clienti). Su questa vicenda si e’ espressa ieri alla Camera la commissione permanente Attivita’ produttive commercio e turismo.

 

Li’ il sottosegretario Antonio Gentile in sostanza ha ricordato i numeri della vicenda, i paletti relativi alle regole della delocalizzazione e al contempo ha espresso la “disponibilita’ del ministero ad attivare un tavolo di confronto, qualora le parti lo richiedessero”. E’ la risposta arrivata all’interrogazione di Lara Ricciatti (Mdp). Le regole sulla delocalizzazione sono quelle del Protocollo d’intesa sottoscritto in presenza del ministro dello Sviluppo economico e del presidente del Consiglio, dalle principali imprese committenti di servizi di call center, il 4 maggio scorso. Li’, ricorda Gentile, gli impegni presi sono questi: “Limitare la delocalizzazione fissando all’80 per cento la soglia minima dei servizi erogati in Italia, prevedendo anche che il 95 per cento delle attivita’ svolte in via diretta sia effettuato in Italia entro sei mesi dalla stipula e che per i nuovi contratti almeno l’80 per cento dei volumi in outsourcing sia effettuato sul territorio italiano”.

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