I finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno arrestato ai domiciliari un 72enne noto imprenditore del settore della vigilanza privata, suo figlio e un collaboratore in relazione al fallimento, dichiarato nel 2013, di una nota azienda. Al figlio e a collaboratore del 72enne sono stati concessi i domiciliari.
Il gip del Tribunale capitolino, su richiesta della Procura, che ha coordinato le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per bancarotta fraudolenta aggravata a carico dei tre imprenditori, accusati di aver causato un dissesto di oltre 100 milioni di euro.
L’inchiesta, condotta attraverso meticolosi rilevamenti contabili e indagini bancarie e mediante la ricostruzione di complesse operazioni societarie straordinarie, ha consentito di accertare le condotte illecite che sarebbero state perpetrate dagli amministratori pro-tempore dell’azienda, “utilizzata – spiegano gli investigatori – come bad company al solo fine di compiere operazioni in danno dei creditori, che hanno portato all’inevitabile fallimento della società”.
In particolare, gli imprenditori hanno dapprima trasferito all’azienda il capitale sociale delle numerose società del gruppo di appartenenza, dopodichè hanno provveduto ad un completo depauperamento delle stesse.
Di conseguenza, le ingenti esposizioni debitorie delle imprese in questione nei confronti dell’erario (pari, complessivamente, a oltre 100 milioni di euro) sarebbero rimaste a carico dell’azienda, poi fallita.