F1, la vittoria di Ricciardo è oscurata dalle polemiche tra Vettel ed Hamilton

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Lo sport è sempre stato caratterizzato da grandi rivalità che hanno infiammato i nostri cuori: Muhammad Ali e Joe Frazier; Max Biaggi e Valentino Rossi; Ayrton Senna e Alain Prost.

A Baku, in Azerbaijan, abbiamo forse assistito alla nascita del prossimo grande dualismo della Formula 1, ovvero quello tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton. Un lungo duello il loro, ricco di colpi di scena e anche di qualche mossa decisamente scorretta. Una Formula 1 che non si vedeva da tanti anni, che ha emozionato tantissimo, ma che al tempo stesso ha fatto nascere molte polemiche.

Prima fra tutte uno scontro in regime di Safety Car tra Hamilton (Mercedes), che era in testa in quel momento, e Vettel (Ferrari), secondo: l’inglese ha rallentato vistosamente in uscita da una curva, provocando una collisione con il tedesco, che non è riuscito a fermarsi in tempo, danneggiando così la sua ala anteriore. Il ferrarista, furibondo, si è messo al suo fianco, e mentre stava inveendo contro di lui ha perso il contro della sua monoposto, urtando la Freccia d’Argento.

Tale comportamento è stato oggetto d’investigazione da parte dei commissari di pista, che hanno decretato una penalità Stop&Go di dieci secondi a Vettel (oltre alla perdita di tre punti sulla sua Superlicenza), mentre Hamilton non ha ricevuto nessuna penalità, poiché secondo i giudici non sarebbe stato responsabile in alcun modo del contatto, ritenendo di non aver visto attraverso la telemetria alcun rallentamento, cosa che lascia perplessi non pochi tra appassionati ed esperti, visto che il tre volte iridato ha palesemente tolto il piede dall’acceleratore prima di essere colpito da Sebastian.

La cosa ha suscitato ovviamente polemiche: Niki Lauda, presidente non esecutivo della Mercedes, ai microfoni di Sky ha difeso il suo pilota da Vettel subito dopo la loro collisione: “Trovo più scorretto andare addosso a Lewis. Gli è andato addosso, e poi l’ha anche toccato. E’ come nel traffico: quando uno frena, l’altro deve frenare. La colpa è di chi è dietro, non di chi sta davanti.”.

Risposta al veleno di Maurizio Arrivabene, che, sempre intervistato da Sky, ha contestato sia le parole di Lauda che la scelta dei commissari: “Ci chiediamo se siamo in Formula 1 o al Colosseo. Se è così, basta dirlo e ci allineeremo. Criticare potrà non sembrare elegante, ma nel dubbio non si dà mai ragione alla Ferrari. L’importante è andare avanti e fare le cose per bene. Noi siamo la Ferrari, e non molliamo mai, ammesso che si parli di sport …”.

Nonostante la penalità, il quattro volte campione del mondo è riuscito comunque a terminare la gara davanti al rivale in volata, sfruttando una sosta ai box di Hamilton, costretto ad aggiustare le protezioni dell’abitacolo della sua monoposto, che si stavano staccando dal corpo vettura, mettendo seriamente a rischio sia l’incolumità del pilota stesso che quella di coloro che gli stavano dietro.

A gettare ancora più benzina sul fuoco sono state le insistenti richieste via radio dell’inglese al suo team di aiutarlo in qualsiasi modo, anche facendo rallentare il suo compagno Bottas, che si trovava davanti a lui. Il muretto box, forse memore delle polemiche esplose a causa delle tante occasioni in questa stagione in cui il finlandese è stato costretto a lasciar passare la prima guida di fatto della squadra, gli ha risposto seccamente di no: “Valtteri sta facendo la sua gara, non possiamo rallentarlo.”. Un rifiuto che è il segno di un’evidente spaccatura all’interno della Mercedes tra Hamilton e i tecnici, forse stanchi dei suoi atteggiamenti ultimamente piuttosto aggressivi dentro e fuori la pista (niente di grave o d’illegale, ma che danneggia comunque l’immagine del team e dell’atleta in questione).

A vincere è stato quindi Daniel Ricciardo (Red Bull), che non vedeva il gradino più alto del podio dal Gran Premio della Malesia dello scorso anno. Un successo che riporta sulla cresta dell’onda il pilota australiano d’origini italiane, autore di una corsa in rimonta, dopo che un contatto nelle fasi iniziali lo aveva relegato nelle retrovie.

Secondo posto per Valtteri Bottas, anch’egli protagonista di una gara straordinaria, dopo che un contatto con Kimi Raikkonen al via gli aveva fatto perdere addirittura un giro di corsa rispetto alla testa, riuscendo a superare al fotofinish lo straordinario Lance Stroll (Williams), che, rinato a seguito del nono posto in Canada e di un test sul circuito di Austin, in Texas, ha conquistando il suo primo podio in carriera e ha messo a tacere coloro che lo consideravano l’ennesimo mediocre pilota pagante. Il tutto davanti agli occhi lucidi di suo padre, che aveva investito parte della sua immensa fortuna per dare al figlio una possibilità in questo sport, che non perdona nulla a nessuno, neanche ai corridori con una valigia piena di denaro contante.

Dietro a Vettel ed Hamilton abbiamo sesto uno strepitoso Esteban Ocon (Force India), sempre più concreto e vicino a scalzare il suo compagno di squadra Sergio Perez, finito fuori gara, dal ruolo di prima guida del team.

Settimo Kevin Magnussen (Haas), il quale, approfittando delle tante Safety Car e bandiere rosse di questo Gran Premio, per un momento si è addirittura trovato in lotta per il terzo posto.

Ottavo Carlos Sainz, che incamera ancora una volta punti pesanti in Classifica Costruttori per la Toro Rosso.

A chiudere la zona punti sono le Cenerentole della Formula 1, ovvero Fernando Alonso (McLaren), al suo primo piazzamento tra i primi dieci in questa stagione, e Pascal Wehrlein (Sauber).

Delusione invece per Kimi Raikkonen, vittima addirittura di un doppio ritiro durante la gara: inizialmente è stato costretto a parcheggiare l’auto ai box dopo che i detriti lasciati dalle due Force India a seguito di uno scontro hanno danneggiato il fondo e l’alettone posteriore della sua monoposto, ma i meccanici, approfittando di una bandiera rossa, hanno rimesso in sesto la sua Ferrari, permettendogli così di ripartire. Tuttavia, i danni subiti in precedenza avevano ormai compromesso la vettura, e a pochi giri dalla fine il finlandese si è arreso, ritirandosi definitivamente. Una brutta botta per il morale di Kimi, che non lo aiuta di certo in questo periodo di grandissima sfortuna.

Sfortuna anche per Max Verstappen (Red Bull), fuori dai giochi a causa di un problema elettrico in una gara in cui aveva ottime chance di vincere.

Un Gran Premio a dir poco entusiasmante, che ha aperto grandi ferite, e che sembra prospettare una lotta sportiva e “politica” tra Mercedes e Ferrari, a seguito delle dichiarazioni al veleno rilasciate da entrambe.

 

ORDINE DI ARRIVO GP AZERBAIJAN

 

1) Daniel Ricciardo (Red Bull-TAG Heuer)

2) Valtteri Bottas (AMG Mercedes GP)

3) Lance Stroll (Martini Williams-Mercedes)

4) Sebastian Vettel (Scuderia Ferrari)

5) Lewis Hamilton (AMG Mercedes GP)

6) Esteban Ocon (Sahara Force India-Mercedes)

7) Kevin Magnussen (Haas-Ferrari)

8) Carlos Sainz (Scuderia Toro Rosso-Renault)

9) Fernando Alonso (McLaren-Honda)

10) Pascal Wehrlein (Sauber-Ferrari)

 

CLASSIFICA PILOTI

 

1) Sebastian Vettel (Ferrari) 153 pts.

2) Lewis Hamilton (Mercedes) 139 pts.

3) Valtteri Bottas (Mercedes) 111 pts.

4) Daniel Ricciardo (Red Bull) 92 pts.

5) Kimi Raikkonen (Ferrari) 73 pts.

 

CLASSIFICA COSTRUTTORI

 

1) AMG Mercedes GP 250 pts.

2) Scuderia Ferrari 226 pts.

3) Red Bull-TAG Heuer 137 pts.

4) Sahara Force India-Mercedes 79 pts.

 

Simone Pacifici