Una Formula 1 sempre meno “ferrarista”?

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Quando la fortuna è dalla sua parte Lewis Hamilton è inarrestabile. Un fatto ineluttabile: ogni volta che il pilota inglese si trova in una situazione favorevole la sfrutta, ottiene da essa il meglio. Proprio come a Silverstone, questa domenica, quando il tre volte campione del mondo ha conquistato una grande vittoria, approfittando della sfortuna nera della Ferrari.

Ma c’è di più dietro a tutto questo: nelle ultime settimane la FIA ha infatti varato delle norme che stabiliscono l’irregolarità di soluzioni come l’olio nel carburante e l’eccessiva flessibilità del fondo piatto, di primaria importanza per la rinascita della Rossa in questa stagione, costringendo i tecnici di Maranello a operare un irrigidimento di quest’ultimo particolare della vettura, annullando quindi parte del vantaggio accumulato. Sebbene continuino a dichiarare che la situazione è sotto controllo, che presto usciranno da questo tunnel, il nervosismo dei meccanici del Cavallino è evidente. E non potrebbe essere altrimenti, del resto.

Il minore peso “politico” della Ferrari rispetto al passato è palese, viste queste decisioni drastiche da parte della Federazione Internazionale, che seguono la “crociata” (conclusasi con un nulla di fatto) contro Sebastian Vettel a seguito del controverso contatto con Hamilton a Baku in regime di Safety Car. Una chiara dimostrazione di come il corso nuovo di Liberty Media, sommato ad anni d’insuccessi della scuderia italiana, stia portando a un cambiamento di rotta all’interno della Formula 1, la quale, anche per accogliere i neofiti, sempre più sostenitori di squadre “nuove” come la Mercedes e la Red Bull, potrebbe dar sempre meno peso alla tradizione, rappresentata in questo caso dalla Ferrari. Un fatto che va anche di pari passo con la crescita di una tifoseria nettamente antiferrarista, anche tra il pubblico nostrano, che sembra avere sempre più voce in capitolo, soprattutto sul web, dove si scatenano spesso vere e proprie “guerre di tastiera” tra i tifosi della Rossa e i suoi detrattori.

Ma cosa significa questo? Significa che Maranello deve prendere una decisione: cercare di aumentare il suo peso “politico”, dando prove “muscolari” come quelle fatte in passato prima da Enzo Ferrari e poi da Luca Cordero di Montezemolo, i quali quando si presentavano decisioni estremamente sfavorevoli al Cavallino minacciavano di trasferirsi in altre serie, cosa che sarebbe stata catastrofica per la Formula 1, visto il grande peso mediatico della Scuderia (che, tuttavia, pare stia diminuendo, come prima accennato), impedendo così alla FIA di giocarle ulteriori “tiri mancini”. Altrimenti, il team italiano sarà costretto a fare i conti con un lento e inesorabile declino, finendo col passare del tempo nel dimenticatoio in cui al momento sono confinate scuderie un tempo leggendarie, come McLaren e Williams, e dove abbiamo visto sparirne altre del calibro di Lotus, Tyrrell e Brabham, incapaci di stare al passo coi tempi.

In un mondo dove il denaro spesso calpesta la tradizione non c’è posto purtroppo per le vecchie leggende. Per cui, la Ferrari ha un solo imperativo in questo momento: reagire.

Simone Pacifici