Dopo la burrascosa uscita di Bruno Rota dall’incarico di Direttore Generale di Atac, sull’asse tra via Prenestina e piazza del Campidoglio è iniziata l’usuale girandola di papabili per la sostituzione, che la sindaca Virginia Raggi ha garantito essere imminente.
Un’imminenza necessaria, con il Bilancio da approvare e i creditori che iniziano a palesare sfiducia. Di oggi la notizia che ci sarebbero problemi con Q8, fornitore unico del gasolio per gli autobus, che avrebbe minacciato di interrompere la fornitura senza il saldo degli arretrati. In mattinata poi la compagnia petrolifera ha precisato di non aver mai interrotto la fornitura, ma la tensione resta altissima. In questo clima, trovare un coraggioso che sia assuma la responsabilità di succedere a Rota, con il rischio di doversi assumere responsabilità che nascono dal passato, non è facile.
Soprattutto non è facile trovare una figura con un profilo all’altezza del compito da svolgere, disposta a finire nella “porta girevole” delle nomine dell’amministrazione capitolina a 5 stelle. Per questo i nomi che vanno per la maggiore sono sempre gli stessi che ciclicamente vengono sussurrati ad ogni valzer di nomine in Atac.
I nomi che vanno per la maggiore sono quello di Carlo Tosti, già Ad di Atac dal 2011 al 2012 con Alemanno (cosa non vista di buon occhio da molti grillini duri e puri), e di Filippo Allegra, AD di Trambus ai tempi di Veltroni e adesso direttore del personale di Autolinee Toscane, ma soprattutto consulente di RATP Dev, la controllata in Italia di RATP, la società pubblica che gestisce il trasporto locale a Parigi. Ma RATP è soprattutto la società che aveva proposto alla Regione Lazio la gestione in project financing per 25 anni della Roma-Lido, “scippandola” ad Atac.
Le cronache dell’epoca attribuivano proprio ad Allegra la gestione del dossier per RATP e questo fa mugugnare non poco la base pentastellata che è ancora convinta di poter mantenere interamente pubblico il servizio a Roma. Ma anche gli altri nomi non suscitano entusiasmi, non tanto per le competenze, ma per la provenienza. Due ex manager dell’azienda del trasporto locale di Napoli, considerata il secondo buco nero del settore in Italia dopo Atac e un ex top manager di Alitalia, per l’ennesima volta in lotta per la sopravvivenza non riflettono sull’opinione pubblica un’immagine positiva. Per questo nelle ultime ore starebbe prendendo piede l’ipotesi di un outsider – già potenzialmente individuato da esponenti della maggioranza – che tolga a tutti le castagne dal fuoco.
Sul nome bocche cucite sia in Campidoglio che a via Prenestina, ma qualcosa sul suo profilo professionale trapela. Si tratterebbe di un manager originario del Nord Italia, che ha ricoperto incarichi di altissimo livello sia nel settore trasporti, sia in quello bancario. E proprio quest’ultimo punto viene visto come rassicurante, considerata la difficoltà di Atac di gestire i rapporti ormai logori con mondo bancario. Questo sempre che i tempi brevi promessi dalla sindaca non diventino come quelli che aveva promesso per l’individuazione del nuovo capo di gabinetto, vacante da quasi un anno.
François de Quengo de Tonquédec