“Il Cervtericentrismo dell’Amministrazione Pascucci”

Saverio Garbarino, primo grillino mai eletto al Granarone, critico con lo stato di abbandono delle frazioni

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cerveteri

di Alberto Sava

Il Movimento Cinque Stelle è comparso a Cerveteri oltre cinque anni fa, e nelle amministrative del 2012 per una manciata di voti mancò l’elezione di un proprio rappresentante in Consiglio comunale. Nelle amministrative della scorsa primavera ha centrato l’obiettivo elettorale, ed è stato eletto a rappresentare il movimento Saverio Garbarino, residente a Cerenova, esperto in Comunicazione, trentenne, sposato con due bambini. Cinque Stelle, il Movimento nazionale delle idee che, secondo il pensiero del suo fondatore Gianroberto Casaleggio si suddividono in idee buone ed idee cattive, a Cerveteri siede sui banchi dell’opposizione all’amministrazione Pascucci. Opposizione è un termine che va stretto ai grillini, che intendono il loro ruolo istituzionale quali controllori dell’operato di chi è preposto al governo della città. In questo solco si incardinerà l’incontro del 5 novembre con i cittadini convocato con l’hashtag “rimettiamocerveteriinmovimento”. Trascorsi cento giorni dall’insediamento del nuovo Consiglio, incontriamo il Saverio Garbarino per un’intervista a tutto campo.

 

Lei è il primo esponente di M5S mai eletto a Cerveteri, qual’è il suo carico di responsabilità?

Enorme! ma è un dolce carico da tenere sulle spalle. E questo grazie al supporto del gruppo di attivisti di cui faccio parte. La filosofia del M5S, principio in cui crediamo fermamente, è che la vera forza sia nella base. Per questo i nostri rappresentanti eletti si chiamano portavoce. Tutto si condivide con la base e si decide insieme. Essere il primo, poi, dipende da alcune congiunzioni storiche, ma in realtà il M5S a Cerveteri è attivo da molto tempo e ha condotto in porto moltissime battaglie. Certamente ora, trovandoci nelle istituzioni anche se all’opposizione, l’obiettivo sarà quello di crescere sempre più, anche nella mentalità di attivisti e sostenitori. Il cittadino deve diventare protagonista delle scelte politiche della propria città, mentre da sempre siamo abituati a delegare e poi, quando le cose vanno male, a lamentarci.

 

Parliamo dei suoi primi cento giorni da consigliere comunale?

Sono stati 100 giorni intensi e frenetici. Durante i quali ai normali compiti di comunissimo padre di famiglia, lavoratore dipendente, si è aggiunto tanto studio e tanto tempo dedicato al mio nuovo impegno. A livello istituzionale si tratta di un periodo molto tecnico in cui sembra quasi che non si muovano passi ma ci sono dei passaggi obbligati e il consiglio comunale deve prima organizzarsi e impostare tutto il lavoro del quinquennio. Questo non vuol dire che siamo rimasti a guardare. Tutt’altro. Al secondo Consiglio Comunale abbiamo subito portato (unici) due mozioni, una approvata, quella sul Garante alla disabilità, e una bocciata, quella sul parco giochi inclusivo da fare a Caerelandia. Sono vicepresidente della IV Commissione Lavori Pubblici che si è riunita proprio martedì scorso. E nel prossimo consiglio porteremo un’altra mozione, sul decoro urbano, e un’interrogazione per sapere che fine abbiano fatto i tanto reclamizzati lavori di riqualificazione del lungomare. Ma abbiamo ancora tanto da fare e da migliorare. Questo è’ solo l’inizio.

 

Cerenova è fortemente penalizzata dalla carenze del servizio raccolta n.u. Lei cosa propone?

Non solamente da quelle carenze è penalizzata. Quello che si può notare di questa amministrazione è il suo cervetericentrismo. Le frazioni sono lasciate a loro stesse. E Cerenova in particolare ha visto negli anni, lo spegnersi di ogni iniziativa che avesse un minimo di progettualità o di attrattiva.

Ma visto che parliamo di nettezza urbana, le carenze sono dovute al fatto che il servizio pap non è stato adattato alle reali esigenze della popolazione. E’ stato applicato una sorta di servizio al minimo sindacale. Cerenova dal punto di vista socio-demografico ha delle peculiarità ben distinte, a cui l’attuale pap non è adeguato. Per prima cosa, oltre alle ville, la maggior parte delle abitazioni hanno piccole metrature e piccoli spazi esterni. 5 grossi mastelli non sono certamente comodi da tenere in casa. Inoltre gran parte dei suoi abitanti sono pendolari, alcuni lavorando per le compagnie aeree si assentano anche per giorni interi. Altri, come militari o infermieri hanno turni di notte. Questo comporta che spesso i mastelli o i sacchi di differenziata rimangano in strada per più di un giorno e una notte con tutti i disagi che possiamo immaginare, legati al decoro urbano, l’igiene e la salute delle persone. Una prima soluzione che proponiamo è quella delle compostiere condominiali o di una compostiera di comunità. Questa soluzione eliminerebbe del tutto il peso dell’umido dal ciclo della raccolta rifiuti, quindi meno costi per la ditta, con immediate ripercussioni positive sulla TARI.

 

 

Mancano impianti sportivi pubblici e manca l’impegno degli amministratori comunali per questo delicato problema sociale. Cosa fare?

 

Quello dell’assenza di impianti sportivi pubblici è un problema molto sentito nella nostra città e in particolare in contesti residenziali come Marina di Cerveteri. Bisogna individuare innanzitutto due aspetti: uno sociale. Non esiste altra forma di aggregazione più efficace dello sport ed è obbligo istituzionale oltre che morale del Comune risolvere e colmare quanto prima e quanto meglio le mancanze di impiantistica sportiva. Nonostante le promesse, però, non sono stati messi a disposizione della cittadinanza né piscina comunale né palazzetto dello sport, due strutture che starebbero benissimo, ad esempio, nella famigerata area commerciale mascherata da artigianale, al posto dei “mostri” per la grande distribuzione. C’è poi l’aspetto politico del problema, connesso alle figure che vengono poste al timone della gestione dello sport nella nostra comunità. Se continuiamo ad avvalerci di assessori che non hanno preparazione, esperienza o competenza specifica sulla materia sportiva non andremo lontani. Esiste, ad esempio, una consulta dello sport. Ma quale utilità ha? Per individuare una soluzione ovviamente vanno censite e verificate le strutture in uso e in disuso, osservando per queste ultime le condizioni e cercando con attenzione bandi e fondi regionali utili all’implementazione o messa in sicurezza o ristrutturazione degli impianti. Si deve lavorare di concerto con le associazioni sportive, individuandole tutte e differenziandole per le diverse peculiarità. Noi stiamo lavorando per capire i criteri di assegnazione dei pochissimi spazi comunali alle tante società sportive che ne fanno richiesta, e il perché il tutto venga svolto senza bando di assegnazione.

 

I consiglieri dei due schieramenti sono invece tutti presenti ed attenti allo sviluppo urbanistico. Quale è la sua posizione sulla Variante al Prg?

Siamo molto perplessi, oltre che contrari a quella che sembra una vera e propria colata di cemento sul nostro territorio. Già dalla lettura della dell’oggetto della delibera consiliare n. 18 del 02 maggio 2017 “Nuovo Piano Regolatore Generale (Variante Generale al PRG)  del Comune di Cerveteri – Adozione” possono sorgere domande in merito a quello che è  stato approvato. Si tratta di una variante generale oppure di un Nuovo Piano Regolatore Generale?  Gli esposti presentati al Presidente della Giunta Regionale del Lazio e i diversi ricorsi al TAR avverso la citata delibera consiliare non fanno altro che rafforzare i dubbi sulla procedura seguita. Questa amministrazione ha scelto di non adottare il Nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUCG), malgrado, nel novembre 2001, la Giunta Comunale, con una delibera, in applicazione alla legge urbanistica regionale L.R. 38/1999, determinasse proprio di poter avvalersi unicamente del PUCG, come unico strumento di pianificazione generale con funzioni di PRG. Molte perplessità le genera anche la decisione di approvare il Nuovo PRG all’interno dei 45 giorni precedenti la data delle elezioni amministrative. Una frettolosa forzatura che ha suscitato diverse polemiche, portando, anche il cittadino più sprovveduto, a dubitare sulla reale bontà dell’operazione, vedendola più che altro come una scaltra mossa di campagna elettorale.

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