“Per me mia sorella Emanuela e’ viva fino a prova contraria. Papa Francesco mi ha detto: ‘Emanuela e’ in cielo’. E’ il terzo Papa che ho incontrato nella mia ricerca della verita’. Con lui il muro in Vaticano su questa vicenda si e’ alzato piu’ di prima. La cosa certa e’ che in Vaticano sanno. Il loro comportamento in questi 34 anni mi autorizza a pensarlo. La verita’ e’ qualcosa che pesa sull’immagine della Chiesa.
Il Vaticano ha voluto evitare che la verita’ emergesse e ha avuto come complici lo Stato italiano e quei magistrati che non hanno puntato il dito sulle persone che erano a conoscenza di quanto avvenuto. Io credo che ci sia un sistema che lega Stato, Chiesa e criminalita’ al quale fa comodo mantenere nascosta la verita’”. Lo dice Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, scomparsa nel 1983. Pietro ha parlato al settimanale ‘Spy’ (in edicola da domani), che ha diffuso un’anticipazione dell’intervista. Pietro Orlandi rivela un dettaglio finora rimasto inedito: “Il momento peggiore di questi 34 anni e’ stato nel 1993, dopo alcune segnalazioni fotografiche inviate alla magistratura, eravamo sicuri di aver ritrovato Emanuela in Lussemburgo. Anche il giudice e l’attuale vice Capo della Polizia erano convinti di aver risolto il caso. Siamo andati a prenderla, io le avevo comprato un regalo. Non era mia sorella: in un attimo siamo passati dalla gioia piu’ totale alla disperazione piu’ buia. Non dimentichero’ mai l’espressione sul viso di mia madre. Fu come se ce l’avessero rapita un’altra volta”. Sulla sua trasmissione “Scomparsi” su Sky commenta: “Voglio ricambiare la solidarieta’ che ho ricevuto. Quando hai una storia come la mia, senti il bisogno di aiutare gli altri”. Poi parla delle tre figlie cantanti, il gruppo musicale “The Coraline”, che hanno partecipato anche a “X Factor”: “Prima di Natale Rebecca, Salome’ ed Elettra hanno suonato all’Ariston come vincitrici del contest musicale organizzato da Red Ronnie. Hanno anche partecipato alla selezione per Sanremo Giovani con un brano molto forte sui problemi dell’Italia. Non sono state prese perche’, ho saputo in maniera ufficiosa, il testo e’ troppo scomodo, come lo e’ il cognome che portano. Ma loro non mollano, sono testarde come me”.