Roma è di nuovo inondata dai rifiuti con discariche a cielo aperto ormai visibili in tutti i quartieri della città, compreso il centro dove topi e gabbiani razzolano fra i turisti. Una immagine di uno squallore e di un degrado indicibili che contraddice le fantasiose promesse della giunta Raggi e dell’assessore Pinuccia Montanari che insistono su una raccolta differenziata al 70% entro il 2021 e il raggiungimento della mitica soglia dei “rifiuti Zero”.
È evidente che ormai basta poco per far ripiombare la Capitale nell’emergenza rifiuti sempre negata dall’amministrazione ma che periodicamente riesplode e si farà ancora più pesante e pericolosa per la salute pubblica con l’estate.
Ormai negli impianti di trattamento (Tmb) di Ama i cumuli di monnezza raggiungono 8 metri di altezza mentre file di camion compattatori rimangono in fila per ore prima scaricare.
La causa di questo ingorgo e viene indicata nella riduzione del 20% della attività di raccolta e spiazzamento dovuta ai ponti del 25 aprile e del primo maggio che peraltro ha comportato una raccolta straordinaria di circa 35 tonnellate di rifiuti a seguito del concertone, a dimostrazione che Roma non è più in grado di reggere eventi di massa all’aperto ovunque si svolgano.
Per giunta da mesi negli impianti di Tmb romani vanno anche le 200 tonnellate di indifferenziata non più dirette in Austria perché il contratto è scaduto. Già venerdì scorso la Cgil aveva denunciato che negli impianti Ama le tubature dell’areazione erano crollate perché con l’impianto stracolmo le benne dei mezzi toccano i tetti.
Nel frattempo dal sito di Ama risulta che la raccolta di indifferenziata è di 3.400 tonnellate al giorno a fronte delle 2.800 del 2017 a causa della mancata crescita della differenziata di plastica, vetro, carta, alluminio.
Ma se questa volta la causa del disastro viene additata nei ponti festivi, che peraltro avrebbero dovuto portare fuori dalla Capitale numerosi romani riducendo la produzione di rifiuti, restano i nodi strutturali che la Raggi deve cominciare ad affrontare con la Regione al di là delle reciproche buone intenzioni post elettorali.
Infatti a giugno scade l’accordo con l’Abruzzo che smetterà di ricevere gli indifferenziati romani,mentre nei giorni scorsi «le gare per trasferire in altre regioni i rifiuti della Capitale sono andate deserte», come segnala la consigliera del Pd Ilaria Piccolo.
Anche se soluzioni tampone verranno pure trovate resta il fatto che le strategie della giunta, dopo ormai due anni di governo, non funzionano e cominciano a manifestarsi fenomeni di intolleranza criminosa che portano a bruciare i cassonetti della monnezza in alcune zone della città.
Giuliano Longo