Alla Pisana si discute il documento di finanza regionale. Corsa agli emendamenti

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Il 30 maggio scorso il Consiglio regionale del Lazio ha approvato a maggioranza il Documento di economia e finanza regionale 2018-2020 (Defr). Si tratta di uno documento preliminare alla manovra di bilancio vera e propria, che è costituita dalla proposta di legge n. 23 del 2018 (legge di stabilità 2018) e dal Bilancio previsionale 2018-2020. L’approvazione di questi documenti dovrà porre termine alla gestione provvisoria in atto dal 31 marzo scorso, che ha fatto seguito al trimestre di esercizio provvisorio del bilancio, approvato a dicembre dell’anno scorso dal Consiglio della passata legislatura.

Diciamo pure che il mercato degli emendamenti da parte delle forze politiche andrà ancora avanti sino alla definitiva approvazione di un documento finanziario essenziale per la Regione la cui approvazione era stata rinviata per l’approssimarsi della scadenza elettorale lasciando la palla al nuovo consiglio. Consiglio dove il Governatore Zingaretti non ha la maggioranza assoluta e con le opposizioni deve trattare nonostante una apertura di credito (dichiarata) dei 5stelle che in questi giorni hanno sfornato tutta una serie di emendamenti.

Resta il fatto che, come si è verificato in aula, la maggioranza al Presidente non è mai mancata, infatti nonostante il mutato quadro della politica nazionale del nuovo governo giallo/verde, nessuno vuole tornare alle urne per la regione Lazio nonostante un governo a trazione leghista/pentastellata, assistito dalla benevole astensione dei Fratelli d’Italia e dalla cosiddetta astensione ‘responsabile’ annunciata da Berlusconi.

Ma torniamo al documento finanziario. Il Defr definisce gli obiettivi della manovra di bilancio e  vi si trovano le principali evidenze socioeconomiche, strutturali e congiunturali che hanno influito sulle scelte di politica economica regionale. 

L’assessore al bilancio Alessandra Sartore, al suo secondo mandato, nel documento spiega che la crescita tendenziale del Pil reale, superiore all’1% nel 2017,  dovrebbe mantenersi nell’anno in corso, per poi ridursi nel 2019 e tornare a crescere nel 2020. Stime che grosso modo coincidono con quelle nazionali.

I consumi dovrebbero aumentare complessivamente dell’1,5%, gli investimenti fissi lordi dovrebbero crescere tra il 3,5 e il 4%. E a proposito di UE, il Defr fa anche il punto sulle politiche della Strategia Europa 2020. Alla fine del 2017, il valore dei bandi per la selezione degli interventi era superiore a 1,6 miliardi di euro, circa il 62,1 per cento della dotazione complessiva. Gli impegni assunti ammontavano a 580 milioni di euro.

Nell’esercizio finanziario 2016, la Regione Lazio ha ridotto rispetto all’anno precedente il disavanzo di quasi il 50%, passando da un risultato di amministrazione lordo di meno 2,03 miliardi di euro a meno 1,016 miliardi. Nel 2017 risultano ancora 450 milioni di euro in meno. 

Sul fronte della spesa sanitaria regionale, nel 2016, il risultato di esercizio, risultante dal Bilancio consolidato del sistema sanitario regionale (SSR), si è attestato a 136,5 milioni, con un miglioramento rispetto all’esercizio 2015 di 199 milioni. 

Va detto che l’incidenza della spesa sanitaria sulla spesa regionale complessiva nel 2015 era pari al 75% e si ritiene che questo rapporto percentuale sia rimasto immutato. Tra gli altri argomenti trattati dal Defr le politiche di rientro dal debito; il riordino delle società partecipate regionali e le politiche sul patrimonio immobiliare. 

Nella sostanza prosegue un processo di risanamento dei conti regionali che lascia spazio a una politica di investimenti, anche se la vera partita si gioca sulla Sanità in uscita dal commissariamento entro l’anno e per la quale Zingaretti prevede l’assunzione di 5.000 addetti per i prossimi 3 anni.

Giuliano Longo

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