Chiuso il ponte della Scafa, a farne le spese i cittadini tra problemi di viabilità e sicurezza

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Giusto nel novembre 2012 Cinque con un suo servizio sul ponte della Scafa scriveva «Code, ingorghi e serpentoni di auto. Nulla è cambiato tra Ostia e Fiumicino. Il traffico è sempre un dramma. Le ore di punta rappresentano un incubo per gli automobilisti che si spostano tra il comune traianeo e il municipio XIII, mentre dello sbandierato progetto del nuovo ponte della Scafa non se ne sa nulla. I lavori erano stati annunciati come imminenti un mucchio di volte».

Oggi, con la chiusura del ponte per i controlli dei tecnici di Astral che saranno presumibilmente lunghi e accurati, la situazione della viabilità in quello scacchiere precipita, mentre il ponte potrebbe invece precipitare sotto la mole di carte e impicci burocratici progetti che gravano su quella struttura e quella nuova che si farà a perenne memoria dell’agonica lentezza delle burocrazie.
Gli amministratori di Fiumicino, di altro colore nel 2012, avevano rassicurato i cittadini che il nuovo ponte avrebbe risolto una volta per tutte i problemi della viabilità. Anzi già 6 anni prima il progetto era stato presentato come innovativo e utile anche a preservare il prezioso patrimonio archeologico esistente. Basti ricordare che durante i sondaggi a Isola sacra è venuta alla luce una barca romana perfettamente conservata. Ma ad oggi è tutto fermo. Costo dell’opera allora circa 45 milioni.

Eppure la storia del ponte e della relativa strada è un pochino più complicata perché era il  1 febbraio 2002 e la gestione della strada della Scafa e relativo ponte passarono dall’Anas all’Astral, società regionale del Lazio, la quale poco dopo ne trasferì la competenza alla Provincia di Roma. Successivamente il 5 marzo 2007 la società Astral riacquisì la titolarità di concessionario di quella stessa strada, ma nell’aprile del 2016 la Regione decide di riconsegnarla all’Anas.
Nell’ottobre del 2015 il nuovo sindaco di Fiumicino Montino dà mandato agli uffici tecnici del suo assessorato ai Lavori Pubblici di lavorare a una soluzione per il raddoppio del ponte della Scafa. Il progetto, dagli esiti misteriosi, che prevedeva un allargamento del ponte, mentre la via dell’Aeroporto, ora larga dieci metri, avrebbe dovuto raggiungere i quattordici metri, aveva avuto il totale appoggio della società Aeroporti di Roma, del Comune di Roma e anche della Soprintendenza. Mancava solo l’approvazione definitiva del progetto e l’apertura degli agognati cantieri.

Oggi apprendiamo invece che quel progetto non esiste perché la titolarità dell’opera fa capo al comune di Roma che dispone dei 33 milioni previsti. Ieri finalmente il Campidoglio batte un colpo e scrive: “La procedura in corso per la costruzione del nuovo Ponte della Scafa ad oggi non è bloccata e osserva l’iter previsto dalla normativa. L’appalto è infatti aggiudicato ed ha già visto effettuati gli scavi propedeutici per la rilevazione di reperti archeologici”. Poi accenna ai reperti fra i quali due navi romane la cui scoperta risale almeno a 10 anni fa (ma tanto i reperti non invecchiano)  e precisa che “queste analisi sono previste dalla attuale normativa e servono a determinare il livello di rischio sismico del luogo e consentire ai progettisti di adeguarvi il progetto”.

In previsione dei rilievi Astral, che peraltro non ha la titolarità del ponte che con la strada dovrebbe essere tornato ad Anas, si teme per lungo tempo il blocco della struttura tanto che Montino ne chiede una provvisorio al Genio Militare. Mentre assicura di essere anche in contato con Anas perché il passaggio, dopo circa due anni dalla decisione sollecitata dallo stesso sindaco di Fiumicino, “è ancora in una fase intermedia” (sic)

Ricapitolando: si farà il nuovo ponte con la società che ha vinto il bando del Comune di Roma, progetto sul quale il comune di Fiumicino è d’accordo anche se prima non lo era e accusa Roma di perdere tempo, Roma ribatte che devono essere salvati reperti archeologi scoperti anni fa e mancano ancora rilievi sismologici. Per quanto riguarda la gestione del ponte e delle omonima strada dopo una partita a tennis con Astral che dura da 2002 la pallina è tornata ancora all’Anas ma è in fase intermedia, cioè sospesa sul net. Se il ponte non si riapre si può fare intanto quello del Genio ma non è utilizzabile da mezzi pesanti. Baccini di FI critica la sciagurata chiusura, i grillini vogliono il ponte dei militari, il Pd si adegua alle decisioni di Astral ma Montino sente anche Anas. Roma intanto si preoccupa di salvare le antiche navi romane scoperte decenni fa.
Si tranquillizzino automobilisti e cittadini, la macchina politico amministrativa è in peno movimento….

Giuliano Longo

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