Vendevano coca, hashish e marijuana. Base dello spaccio neutralizzata dalla polizia

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Un classico sistema di spaccio: la base in un appartamento di una palazzina popolare e due vedette sedute su un divano di vimini nell’androne del palazzo.

A capo di tutto C.P. , 32 anni, appartenente ad una dei più noti clan della Capitale.

L’attività non è sfuggita agli investigatori della Polizia di Stato che, dopo aver studiato le modalità di vendita degli stupefacenti, hanno arrestato i 3 spacciatori.

Da alcuni giorni, gli agenti del commissariato Romanina, diretto da Laura Petroni, erano venuti a conoscenza dell’attività di C.P., tra l’altro messa in piedi in un appartamento di edilizia popolare da lui abusivamente occupato ed hanno iniziato ad osservare con discrezione i movimenti intorno alla palazzina, individuando così le 2 vedette.

I poliziotti,  fingendo di non aver capito il ruolo delle 2 vedette, sono saliti “platealmente” al piano e si sono annunciati con il classico “Polizia” al campanello. C.P., prima di aprire la porta, si è affacciato dal balcone ed ha lanciato  un astuccio; sotto al balcone, con una mossa evidentemente già preparata, c’era una delle  2 vedette che, raccolto l’involucro, l’ha nascosto dietro il motore di un condizionatore. Gli agenti in osservazione, avendo previsto quello che sarebbe accaduto,  hanno visto tutto e fatto scattare il blitz bloccando le 2  vedette, poi identificate per L.D. e T.M., di 33 e 36 anni.

Subito dopo è stato recuperato l’astuccio, al cui interno vi erano più di 30 grammi di cocaina, parte della quale già divisa in singole dosi, ed alcuni grammi di hashish e marijuana, oltre ad un bilancino di precisione.

Come verrà accertato in seguito, oltre al sistema di vedette, l’attività di C.P. , era protetta anche da telecamere a circuito chiuso.

Al termine degli accertamenti i tre pusher sono stati arrestati per concorso nello spaccio e, nel corso dell’udienza tenutasi questa mattina, C.P. ed L.D. sono stati condannati alla pena di 3 anni ed 8 mesi, mentre per T.M., dopo la convalida dell’arresto, l’autorità giudiziaria procederà con rito ordinario.

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