La situazione di Roma per quanto riguarda i servizi pubblici di pulizia e trasporti ormai dilaga su tutta la stampa nazionale al punto che il paludato quotidiano economico 24 Ore nella sua edizione di ieri rilevava giustamente che fra Ama e Atac pesano debiti per la cifra mostre di 2,6 miliardi di euro a fronte di servizi, aggiungiamo noi, quasi da terzo mondo. Una visibilità che può far comodo al Pd per dimostrare l’inadeguatezza di governo del Movimento 5 stelle soprattutto dopo la vicenda dell’assessora Paola Muraro che ha la colpa di aver contribuito a quella gestione che da Panzironi (e anche prima) a Fortini si è rivelata fallimentare.
ROMA E LE POLEMICHE DI DE MAGISTRIS
Ma ‘l’affaire Roma’ non passa inosservato per altre amministrazioni comunali e non solo quelle ‘virtuose’ del Nord talora influenzate dalla atavica ostilità para-leghista nei confronti di Roma ‘ladrona’ perché voci si levano anche dal sud. Non usa, ad esempio, perifrasi il sindaco di Napoli Luigi De Magistris a conclusione del Consiglio comunale per l’approvazione del bilancio 2016, così afferma, piuttosto incazzato “Nessuno se ne è fregato di Napoli. Se il Governo ci vuole chiamare noi siamo qua, anzi uno di questi giorni ci presentiamo direttamente, cosi’ finisce questa storia”. Che Giggino non ami particolarmente Matteo Renzi da questo ricambiato con sdegnata indifferenza, non è una novità. Se ricordate fu proprio De Magistris a dichiarare Napoli città de- renzizzara. Fuor di polemiche il suo disappunto riguarda i “continui tagli”, “alle politiche discriminatorie” messe in atto dal Governo nei confronti di Napoli. Ma prosegue, e qui arriva il bello, “mentre invece vediamo che Roma continua a essere aiutata e sono pronto a scommettere che anche l’amministrazione Raggi avrà una legge speciale perchè la capitale non può fallire”. Eh si, perché Roma Grillina o piddina che sia è una voragine in qualche modo colmata da 8 anni dai vari ‘salva Roma’ uno, due, tre e probabilmente quater et quinque.
ROMA E I FONDI DAL GOVERNO
La ‘questione romana’ che non riguarda questa volta il papa come lo fu nel Risorgimento, è ormai un groviglio di situazioni e malgoverno sedimentato nei decenni che aveva giusto bisogno di mafia capitale per mettere la ciliegina sulla maleodorante melassa capitolina. Ma rappresenta anche un grosso grattacapo per Renzi, non tanto perché i 5stelle hanno soffiato la città al Pd, quanto per il fatto che Matteuccio non ha alcuna intenzione di aprire un nuovo fronte a Roma, magari mettendola in condizione di fallire, che non sarebbe poi il diluvio universale. Quindi dovrà comunque mettere mano al portafoglio, e qui sta il punto politico, perché dopo una fase di feroce ‘patto di stabilità’ con la prospettiva di una spending review della ministra Madia che dovrebbe pur portare qualche taglio alle municipalizzate, non solo Napoli, ma i comuni virtuosi che non sono solo al nord, potrebbero aver qualcosa da dire sui privilegi parassitari della capitale. E siccome questi sono ampiamente rappresentati in parlamento non è detto che la disciplina dei gruppi parlamentari della maggioranza sarà poi così compatta nel votare eventuali e ulteriori aiuti alla Capitale.
I PROBLEMI DI VIRGINIA RAGGI
Insomma, l’impressione è che questa volta la sindaca Raggi se la dovrà sbrigare da sola puntando eventualmente sulla compattezza dei parlamentari romani di ogni colore come è avvenuto per i salva Roma di Alemanno e Marino. Al momento non tira aria buona per le intese, anche perché l’opposizione va muro contro muro facendo della Muraro un caso nazionale con il supporto di tutti i media. Che può essere anche un buon modo del Pd per leccarsi le ferite, ma poi? Tanto più che questi grillini, salvo cataclismi politici, dovrebbero governare per almeno cinque anni. I romani possono attendere…..
GIULIANO LONGO