Il Palatino svela il suo giardino segreto e con una mostra racconta gli Horti farnesiani, uno dei luoghi più celebri e simbolici della Roma rinascimentale e barocca. Il giardino, allestito a partire dalla metà del Cinquecento dal cardinale Alessandro Farnese, è protagonista di un restauro iniziato nel 2013 dalla Soprintendenza speciale e portato avanti oggi dal Parco archeologico del Colosseo che riapre al pubblico dopo oltre 30 anni le grandi Uccelliere e il Ninfeo della pioggia, dove tecnologie immersive raccontano le meraviglie degli Horti, mentre il Teatro del fontanone, una fontana che adorna la scalinata che porta in cima al Palatino, e’ stato completamente liberato dalle incrostazioni e dalle piante.
“Questo è un luogo straordinario, unico al mondo, che viene restituito al pubblico con un percorso alternativo a quello ordinario”, racconta il direttore del Parco archeologico, Alfonsina Russo, che spiega come l’obiettivo sia la riapertura di tutti gli Horti farnesiani, luogo amato anche dai protagonisti del Grand tour, a partire da Goethe.
“Dopo il restauro delle Uccelliere, interverremo anche sul Ninfeo della pioggia che adesso abbiamo soltanto messo in sicurezza. Ma abbiamo uno sponsor grazie a cui potremo restaurarlo. Poi, la prossima estate, grazie a un accordo con la Sapienza , metteremo in piedi una Summer school con cui inizieremo il restauro dei giardini con le piante originali”. Anche la Casina Farnese verrà riaperta, ma “dovremo farlo con visite guidate di un massimo di 25 persone, perchè ci sono problemi di accessibilità”.
Intanto, l’area delle Uccelliere con la sua splendida vista viene riaperta con un percorso espositivo in cui spiccano due pezzi eccezionali, le sculture del Barbaro inginocchiato e di Iside fortuna, che grazie a un prestito del Museo archeologico nazionale di Napoli tornano per la prima volta nel loro sito originario in occasione della mostra, intitolata ‘Il Palatino e il suo giardino segreto. Nel fascino degli Horti farnesiani’, che sarà aperta al pubblico da domani al 28 ottobre 2018. “Grazie a questo percorso particolare e unico- aggiunge- il visitatore non fa solo una visita mordi e fuggi, ma ha a disposizione anche un luogo dove poter meditare e godere della bellezza di Roma”.
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