Il Permesso, le storie di quattro detenuti 48 ore fuori dal carcere

Claudio Amendola torna a dirigere un film a tre anni di distanza da La mossa del pinguino

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Il permesso di Claudio Amendola (foto Pizzi)
Claudio Amendola è il regista de Il Permesso 48 ore fuori (Foto Pizzi)

Quattro storie diverse, quattro detenuti che provengono da estrazioni sociali differenti e che per diversi motivi si ritrovano in carcere. Li accomuna però la possibilità di uscire dalla prigione per 48 ore, un permesso, anzi Il permesso – 48 ore fuori, che è il titolo del film, il secondo da regista per Claudio Amendola.

IL PERMESSO – LA STORIA DI DONATO

Le storie sono quattro. C’è quella di Donato interpretato da un Luca Argentero sorprendente, che si cala nei panni di un uomo cattivo e innamorato ma pronto a tutto per la sua donna. Anche alla vendetta. Le spettatrici non potranno restare indifferenti al fascino dell’attore, e non solo alla “tartaruga” che mostra in alcune sequenze del film, e costata tanti allenamenti.

La barba un po’ incolta, per una volta non la faccia del bravo ragazzo, pulita, non una parte divertente, ma un detenuto con la sete di vendetta da saziare. Un personaggio a tratti violento, ma una parte che permette all’attore di mostrare anche un altro volto di sè. Insomma non solo commedie per Argentero, ma anche una parte credibile in un noir criminale.

LA STORIA DI LUIGI 

Luigi è il protagonista di un’altra storia di questo film, ed è interpretato da Claudio Amendola. Padre di famiglia, ma invischiato in brutti affari, tanto da farsi diversi anni di carcere. Con il suo permesso torna a casa dalla moglie e dal figlio e qui trova una situazione che non gli piace.

Il figlio si sta mettendo nei guai per seguire le sue orme. In grossi guai, tanto da convincere il padre a risolvere la situazione per salvare la sua famiglia. Una decisione inevitabile ma che gli costerà cara. Una parte che sta a pennello a un attore come Claudio Amendola, abituato a passare dall’alto della sua esperienza da un ruolo all’altro, essendo sempre convincente. Ma è soprattutto nella regia che mostra la sua grande versatilità, e la capacità di raccontare una storia a tratti molto dura, ma intensa e ricca, non scontata.

A tre anni di distanza da La mossa del pinguino arriva sul grande schermo dietro la macchina da presa de Il permesso – 48 ore fuori un prodotto totalmente diverso. Il primo intriso di commedia, piccole perle di saggezza e ottimismo (magico il monologo di Edoardo Leo); qui viene fuori la parte violenta di una città, gli uomini e le loro scelte difficili. C’è il noir, c’è il crimine, c’è spazio però in tutto questo anche di sperare, sperare almeno per qualcuno di cambiare un giorno vita.

STORIA E CAST – Il Permesso – 48 ore fuori, il nuovo film di Claudio Amendola

Luca Argentero (Foto Pizzi)
Il permesso – 48 ore fuori, il volto nuovo di Luca Argentero (foto Pizzi)

LE STORIE DI ANGELO E ROSSANA

Da una parte Giacomo Ferrara e dall’altra Valentina Bellè, due storie che si intrecciano nell’arco del film. Una storia non violenta, ma non meno forte delle altre due. Lui finito dentro per una rapina a un benzinaio e lei – di famiglia dell’alta borghesia – colta al rientro da una vacanza con una grossa partita di droga.

Le loro sono anche storie di solitudine, di famiglie non perfette (in un caso il rapporto con gli amici, nell’altro con la madre), due giovani che però dall’esperienza – dura – del carcere cercano una via d’uscita, di fuga o di futuro. Ma soprattutto di speranza.

Al cinema dal 30 marzo. Consigliato!

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