Rai: Raffaella Carrà, Giancarlo Leone e il flop della terza età

I grandi cervelli della Rai ignorano che gli ultra settantenni non corrono i 100 metri in 11 secondi

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Le lezioni migliori vengono dal mondo dello sport: a un certo punto della loro vita i grandi campioni decidono di smettere l’attività agonista e di iniziare la carriera dietro le quinte, come allenatori, come consulenti, o come funzionari organizzativi. Perché questo accade raramente nel mondo della televisione? Una cosa è condurre un talk show, seduti comodamente, un’altra è essere protagonisti di uno spettacolo musicale, dove si balla e si canta. Un’attività che richiede una prestazione atletica non diversa da quella agonistica.

IL TRISTE RITORNO IN PISTA DI RAFFAELLA CARRÀ – Perché allora Raffaella Carrà ha voluto, sostenuta dal direttore Giancarlo Leone (con l’opposizione di gran parte di Raiuno) ritornare in pista e mostrare al mondo che lei non è più quella di un tempo, che l’età ha fatto il suo giusto corso? Nessuno le ha detto che non era il caso? In quale specchio delle vanità si è riflessa? Perché voler uscire dal sogno fantastico della Cineteca Rai per infrangersi sugli scogli della realtà. Per dimostrare che è una settantenne gagliarda! Ma la mitica Raffa pensa che il pubblico anziano ami vedere in tv se stessi, ovvero la rappresentazione della propria età, o preferisca l’esibizione di giovani donne e ragazzi?

LE COLPE DI GIANCARLO LEONE – Sicuramente la Carrà non ha colpe, chiunque a una certa età vuole mostrare di essere ancora in forma, basta vedere quei penosi incontri di calcio fatti tra veterani, la responsabilità è di chi ha voluto con tutto il cuore (investendo un milione di euro a puntata) che “Forte Forte Forte” raggiungesse i 2.551.000 spettatori pari all’11.34% di share. Una vergogna che umilia. Chi rimborserà i soldi spesi insensatamente? Saranno sottratti alla liquidazione di @Giankaleone che secondo le logiche dell’età, dovrà andare anche lui fuori scena, in pensione, come è giusto. Chi gli dirà che la prestazione professionale dopo i sessanta anni non è più la stessa di un tempo. Dovremo aspettare Matteo Renzi? Sarà il premier a comunicare a Giancarlo Leone che anche per lui è giunto il tempo di guardare la tv dalla poltrona del salotto?

SOGNARE IL FUTURO – La nostra paura è che ciò non accadrà e che il povero pubblico anziano di Raiuno, sottostimato dall’azienda pubblica, dovrà ancora sorbirsi penosi spettacoli interpretati da acciaccate show girl. Ma i grandi cervelli della Rai non sanno che gli ultra settantenni non corrono i 100 metri in 11 secondi, ma hanno sempre il dito lesto sul telecomando per cambiar canale, quando si offrono loro programmi vecchi, brutti e non innovativi. Accadrà mai che su Raiuno un povero abbonato possa sognare un po’ di futuro e non afflosciarsi sempre sul proprio passato remoto?

 

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