“Si può fare” il programma condotto da Carlo Conti in prima serata su Raiuno continua a scendere, è stato toccato il 15% di share, è come se la Juventus fosse stata relegata al campionato di serie C. Un’altra brutta trasmissione, incauta nei confronti del conduttore più amato della Rai.
IL QUESITO – Voi vi domanderete come mai possa accadere tutto ciò. E’ abbastanza semplice: Raiuno non ha mai cercato di lanciare nuovi personaggi, di tentare nuovi format, di aggregare nuovi autori, non essendoci un’idea nuova si ricorre alla fama del conduttore, un puntello apparentemente sicuro per ottenere ascolti. I grandi dirigenti di Raiuno si saranno domandati: è mai possibile che Carlo Conti o Antonella Clerici facciano un flop, anche se il format è vecchio e sfilacciato? La risposta sta nell’intelligenza dei telespettatori, mentre a Raiuno la platea televisiva è considerata una mandria senza cervello, nel privato, nelle case dove c’è l’Auditel, il pubblico mostra di avere molta tolleranza, ma quando è troppo, cambia canale, anche se a farne le spese è un beniamino come Carlo Conti. Certamente bisogna anche valutare la superficialità di tanti conduttori che pur di andare in onda sono pronti a tutto, senza considerare i danni che possono invece ricevere da un brutto programma.
IL CASO ANTONELLA CLERICI – Basta vedere Antonella Clerici che si è data la zappa sui piedi accettando prima “Dolci dopo il tiggì” e poi la prima serata di “Senza parole”. Il buon senso, quello che regola anche il mercato, avrebbe invece richiesto una maggiore sobrietà nell’esporsi, Antonella avrebbe dovuto (secondo il nostro modesto parere) dedicarsi solo a “La prova del cuoco” e a settembre a “Mi lasci una canzone”. Stabilita la voracità non solo economica dei conduttori tv, ci dovrebbe essere qualcuno che li tutela, che organizza una strategia di mercato per le star, che frena le ambizioni. Invece a Raiuno si corre sul quotidiano, in una continua mancanza di idee e si buttano in mare i prodotti più preziosi. E’ come se la Ferrero sciupasse la Nutella immettendola su tutti i mercati in barattoli diversi, in confezioni non garantite, impacchettata senza un ragionamento di marketing. Potremmo sembrare ossessivi, ma in realtà il fenomeno della disfatta di Raiuno è assolutamente nuovo e mai accaduto prima, quindi da studiare con attenzione. Tutto questo non sarebbe mai successo se Giankaleone invece di usare il suo bilancino per sintonizzarsi sulle onde della politica, lo avesse usato per impedire che le sue star finissero nella gabbia di programmi brutti e fuori tempo. Ma si sa, allora avremmo avuto a che fare con un vero direttore di rete televisiva. Adesso che accadrà? Secondo noi niente.
IL CASO ELEONORA DANIELE – E’ la stessa disattenzione che vediamo sul problema di Eleonora Daniele che continua imperterrita sulla sua strada realizzando un programma dai contenuti scabrosi per il servizio pubblico e per la fascia oraria. Non ci resta che… cambiare canale, come stanno già facendo molti spettatori delusi dai programmi di Raiuno. Meno male che esiste la direzione di Rai-fiction che tiene alto l’onore della povera e bistrattata rete ammiraglia della Rai. Altrimenti solo il monoscopio potrebbe tenere alto l’ascolto. Continua…
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