Domenica In nacque il 3 ottobre del 1976 per intrattenere gli italiani costretti a passare il pomeriggio in casa durante il periodo dell’austerity. Dopo 39 anni è invece Domenica In che costringe gli italiani a fuggire da casa per non assistere alla decadenza della Tv.
«Nell’edizione del 2015/2016 – ci scrive l’Associazione Rai Bene Comune-IndigneRai – alla conduzione del pomeriggio la Rai ha posto Paola Perego (moglie del potentissimo agente dei Vip Lucio Presta) e “l’eclettico” Salvo Sottile. Capo progetto (quale sarebbe poi il progetto dopo quarantuno anni di minestre riscaldate targate “Domenica In” ce lo devono spiegare i vertici RAI…) quel promettente giovanotto e innovatore di Maurizio Costanzo. Al seguito del solito circo Barnum domenicale a spese del cittadino c’è poi l’infinita lista di costosi pseudo autori, confusionari e poco pratici di televisione. Quanto basta insomma per fare il peggio possibile con l’immagine della RAI a discapito dei telespettatori. Unica nota positiva: la regia affidata ad una regista interna RAI di provata esperienza e capacità ma con l’unico difetto di non avere “santi in paradiso” e di costare un normalissimo stipendio da impiegata. Come da copione una armata Brancaleone cosi composta non può produrre qualcosa di interessante per il pubblico e gli ascolti lo testimoniano. Lo stesso vecchio “copione” prevede che quando gli ascolti vanno male è sempre colpa del regista, delle luci, della scena, delle cavallette, della gomma bucata, del raffreddore o del pubblico ignorante ma MAI e poi MAI dei contenuti , dei conduttori ne tanto meno degli autori.
NO! Loro non possono sbagliare, loro sono un vulcano di “idee”, peccato siano sempre le stesse da anni, come gli stessi siano i loro nomi, ormai più vecchi delle idee che hanno. Per alcuni di essi la televisione è solo un elettrodomestico in vendita nei centri commerciali».
«Ma sono fortunati, molto fortunati, perché – continua il comunicato – portati in Rai dalle potentissime lobbies, da società di produzione e da loro protetti. In un contesto dove la RETE è vittima e complice di un continuo conflitto di interesse inefficiente e costoso. Guidate da personaggi che nulla hanno a che fare con la Rai ma che le impongono uomini e mezzi, dettano legge agli sceriffi della Rai che con abnegazione si adeguano ai giochi di potere a spese dell’ignaro cittadino. In questi giorni dopo una sola puntata è rotolata la prima testa. La prima testa tagliata ovviamente è stata quella della regista Rai che non ha ovviamente nessuna responsabilità e che comunque nulla avrebbe potuto fare per poter imporre qualsivoglia scelta a POTENTI E MARIONETTE. La sua testa è andata a riempire la prima cesta gentilmente fornita dai potenti di turno ma molte altre ceste aspettano i prossimi capri espiatori tra i lavoratori Rai. Quando un po’ di vittime avranno riempito con le loro teste le ceste disponibili, arriveranno a salvare la situazione schiere di professionisti esterni pagati al giorno quello che i dipendenti Rai costano al mese e a volte all’anno.
Di tutti questi sporchi e luridi giochini dei soliti “ominicchi” ne fanno le spese i cittadini che ancora pagano il canone.
Ci rivolgiamo al DG e futuro AD: se ha a cuore il servizio pubblico, – conclude la nota – se vuole salvare il salvabile, spezzi il prima possibile questi diabolici e costosissimi patti tra “amici” che hanno il solo obiettivo di arricchire e mantenere pochi alle spalle di molti.
DA QUESTA RAI NOI CI DISSOCIAMO!».
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