Sta arrivando la bufera, sta arrivando il temporale, c’è chi scende e c’è chi sale: la legge sta per essere discussa, mancano poche ore. Si sente in officina rumore di coltelli che si affilano, motori che rombano, nocche che scrocchiano nervose. Tutto è pronto per la rivoluzione. Non appena ci sarà la luce verde si procederà con le nomine.
Il buon vecchio Leone se da un lato spera in un ritorno alla vice direzione generale dall’altro teme che gennaio possa essere il mese del suo ultimo selfie. Anche per lui scatta infatti la temutissima “età pensionabile”, la marcia funebre di ogni mega dirigente Rai. Le porte del circolo Rai e i suoi divanetti potrebbero accoglierlo. Lo aspettano tanti suoi colleghi pronti a ricordare i bei vecchi tempi, quando si faceva davvero la televisione e di raccomandati ce n’era ma si potevano tenere a bada: una scena al cui confronto l’apocalisse zombie sembra una passeggiata di salute. Ma se per qualcuno si prospetta un potenziale futuro alla bocciofila, per altri potrebbe essere il turno di un fulgido avanzamento.
FUORI DAI GIOCHI – Una delle poltrone più ambite è ovviamente Raiuno e allora cominciamo con chi, quasi sicuramente, NON ci sarà. Non ci sarà Simona Ercolani, che avrebbe gentilmente declinato l’offerta per la poltrona della rete ammiraglia. Come darle torto: dopo aver fatto il direttore artistico della Leopolda e con un marito che ringhia come un pitbull prima di un combattimento a chiunque osi solo pronunciare le consonanti R N Z, non va di certo ad occupare quella che è una posizione decisamente prestigiosa ma altrettanto scomoda. E poi, avrà pensato, di sicuro tireranno fuori il conflitto d’interesse con le sue società di produzione, l’amicizia con Lucio Presta, meglio evitare rogne e aspettare qualcosa per la quale valga davvero la pena lasciare il certo. Fuori dai giochi, dovrebbe essere anche l’ex zarina di Raiuno, Maria Pia Ammirati, la cui ambizione a ricoprire quella carica è cosa nota anche ai pochi sanpietrini rimasti ancora in circolazione: non è chiaro se a remare contro sia stata la pessima gestione del mattino o quella catastrofica del pomeriggio.
GLI UOMINI GIUSTI? – Ma passiamo invece a chi è ancora in corsa: Paolo Del Brocco, attualmente amministratore delegato di Rai Cinema, uomo dell’azienda da più di 20 anni deve vedersela con Luigi De Siervo, da sempre definito “renzianissimo” e che era addirittura dato come papabile a ricoprire il ruolo di direttore generale. Entrambi esperti di acquisizioni, diritti, cessioni, compravendite: sono loro le figure giuste per riuscire a riportare la luce del sole sul primo canale? La situazione è asfittica e, più volte lo abbiamo fatto notare, non si può immaginare che il traino di una rete sia affidato interamente alle fiction o a Carlo Conti. Ci vuole una visione d’insieme che trasformi Raiuno da una Tv di nicchia, nel senso più tombale del termine, ad una delle scelte possibili e preferibili nel panorama televisivo italiano. Manca poco al cambiamento. Speriamo solo che non sia solo un valzer di poltrone perché se arriveremo a rimpiangere questa gestione vuol dire che è davvero finita.
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