Come si fa a dire che un programma che ha fatto 5 milioni e 811 con il 27,46% è brutto ? E’ un compito difficile ma qualcuno dovrà pur prendersi l’onere di guardare in faccia la realtà. Possiamo provare partendo dall’inizio: Panariello non ha mai fatto ridere, nemmeno nel 2000 quando era il mattatore del sabato sera.
LA CRITICA – E’ uno di quei comici che ha questa grande dote, quella di non aver mai strappato una risata grassa, da battersi le mani sulle ginocchia a volersi fare male per provare a smettere. Si, Renato Zero fa sorridere e la qualità dell’imitazione è oggettivamente di un certo livello. Ma l’imitazione ha in sé la forza dirompente del cortocircuito, del personaggio a noi conosciuto che dice cose che non ti aspetti, cose imbarazzanti per il personaggio stesso, quindi non serve a definire la bravura del comico: tutto il lavoro lo fa l’altro. Ma passiamo allo show di ieri, seconda di due serate del cinquantacinquenne Giorgio. Eh si, perché la Rai quando fa le cose le fa in grande: se dobbiamo fare uno spettacolo di Natale, facciamo non una ma due serate, così la gente ricorda perché paga il canone e magari si riesce anche a giustificare i costi. E quindi godiamoci questa bella serata ma cominciamo con un monologo triste, così, giusto per far vedere che i 9 anni che ci separano dal suo ultimo Sanremo hanno fatto di Giorgio un attore capace anche di toccare corde più intime, perché si può far ridere anche facendo riflettere sulla solitudine degli anziani. Una rottura di pa@@e che ti fa rimpiangere di non aver risposto “SI” a quella fastidiosa telefonata in piena cena che ti proponeva l’abbonamento a Sky. Almeno con 600 canali la serata passa anche solo a fare zapping. E invece no. Sei uno di quelli che: “No, io l’abbonamento a Sky o a Mediaset o a Netflix o chissà quale altra diavoleria non lo faccio”. E allora ti becchi Panariello con le sue battute, trite e ritrite sull’intimo che speri siano almeno grevi come si confà a un toscano e che invece non sconvolgono nemmeno più l’ultimo dei puritani. “Panariello sotto l’albero”, mai nome fu così poco veritiero nel promettere e nel non mantenere. Speri per tutta la puntata che questo maledetto albero si palesi e che Giorgio ci finisca sotto, come in quei filmati stupidi di Paperissima dove il poco accorto “segaiolo” fa male i suoi calcoli e rimane vittima del suo scempio perpetrato alla natura. No! Lo scempio è dedicato solo a noi che dobbiamo sorbirci la solita struttura dell’ospite, canto, scambio di battute, monologhino, ospite internazionale, balletto, ospite cantante big. Uno scimmiottare i grandi spettacoli americani, un “vorrei ma non posso” che fa tristezza soprattutto per la mancanza assoluta di idee. Se proprio dobbiamo copiare gli americani facciamolo bene: impariamo da loro il senso del ritmo. Una serie a raffica di battute, situazioni, una mitragliata che ti lascia senza fiato, dove non devi nemmeno avere il tempo di fermarti a pensare che quella cosa è stata scritta, preparata, provata, dove l’imbarazzo del conduttore di fronte alla situazione inusuale è talmente finto da diventare sublime perché chi fa il sorrisone di circostanza è un grandissimo professionista.
GLI OSPITI -Qui invece assistiamo ad un comico che arranca, che ripete la battuta per riprendere il filo, lento, di un discorso che non brilla di stelle. Alessandra Amoroso non è un “super ospite”. E’ na cantante uscita da un talent che riesce a vivere delle sua canzoni ma che non può avere l’onere e l’onore di aprire lo show di Natale della rete ammiraglia. Claudia Gerini non può stonare sulla sigla di testa: se non sa cantare non le si affida quel ruolo. Alessandro Borghese, chi è, se non un “cuoco televisivo” nella sua accezione più dispregiativa del termine. Chiamare Matt Dillon per assistere alla gag dell’attore americano famoso che si spertica in complimenti sulla bravura del conduttore per poi scoprire che allude a Leonardo Pieraccioni mentre denigra un fantomatico amico, brutto e fastidioso dal nome “Giorgio” è un’occasione mancata. E non basta la band a dar fiato alle trombe per creare l’atmosfera da grande show, da varietà. 5 milioni e 811 mila, in tanti lo hanno seguito nella prima serata e in tantissimi saranno anche per la seconda: sembra quasi di sentire in sottofondo la musichetta del “Gratta e vinci” “Bonsci bonsci bom bom bom” con Mediaset in modalità risparmio energetico è bello vincere facile.