Rai, il gran rifiuto della Venier: una Domenica In-dimenticabile

Ipotesi e considerazioni su una "operazione nostalgia” con 10 mesi di anticipo

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Che Domenica In-dimenticabile è stata quella del 17 gennaio. Forse è da ricercare proprio nel numero nefasto il motivo di tanta elettricità. Che poi si sa da sempre che festeggiare il compleanno prima del tempo, anche di pochi giorni, porta male e allora figurarsi farlo con 10 mesi di anticipo. Eh sì, perché tra il bailamme mediatico dovuto al “gran rifiuto” di zia Mara di partecipare ai festeggiamenti per i 40 anni di Domenica In, la curiosità c’è venuta: perché festeggiare con così tanto anticipo?

IPOTESI SUL FESTEGGIAMENTO ANTICIPATO – Le spiegazioni possono essere soltanto due: la prima è che il gruppo Perego & Co. pensa o sa già per certo che il prossimo anno non si occuperà della programmazione televisiva del settimo giorno. E questo, senza giri di parole, è un bene perché vincere di un’incollatura su di un programma più brutto, quello di Barbarella D’Urso, non lenisce la pena di realizzare un programma altrettanto inguardabile. La seconda spiegazione è, molto prosaicamente, che non sapevano cosa mettere in piedi in una puntata dalla durata più breve per “colpa” del Papa che andava a far visita alla Sinagoga di Roma. Immaginiamo la discussione nella riunione di impostazione, quando il capo progetto coi baffi pronuncia stancamente le parole: “Allora? Che famo domenica titattette? Che to numero ti ta che potta piccio” e qualcuno, con la pagina di Wikipedia aperta sul portatile, esclama “ma nel 2016 Domenica In fa 40 anni… potremmo chiamare il Pippo nazionale che tanto ormai va dappertutto, Alba Parietti per ricordare di quanto si odiasse con Toto Cutugno, Giurato così fa due gaffes, un Masciarelli di contorno, un Giucas Casella che la butta sempre in caciara… e zia Mara, tanto per l’amicizia che ha con Maria De Filippi, figurati se dice di no a te Maurizio… certo… è a ottobre”. Deve essere calato il silenzio per qualche secondo e poi qualcosa ha sciolto gli indugi. Non saranno state queste le esatte parole ma è davvero molto probabile che ci siamo andati vicini. Ed è per questo, al di la dell’assenza di Mara in puro stile Nanni Moretti (mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?) che si è persa un’occasione, oltre che la sfida con il competitor: per la superficialità dell’operazione.

LE OPERAZIONI NOSTAGIA – Le cosiddette “operazioni nostalgia” funzionano quando chi le orchestra è sinceramente appassionato, innamorato di ciò che celebra e trasferisce negli ingredienti quella passione che tiene vivo innanzitutto il suo di ricordo. E di passione, di sacro fuoco, in Paola Perego e Salvo Sottile non ne vediamo traccia: l’una fredda come queste giornate di inverno gelido, l’altro sempre impegnato a produrre la posa da “piacione” più adatta alla camera che lo inquadra. Non sentivano l’emozione della festa, ecco: forse perché, non avendo contribuito a realizzare pagine memorabili dello storico contenitore (o di altro in tv, a pensarci bene), non si sentivano coinvolti. Mara Venier motiva la sua assenza per “problemi personali” con Paola Perego e sarà di sicuro qualcosa di molto serio per la conduttrice (e autrice) veneziana che raramente si trattiene da esternare ciò che non le va a genio. Ma, al di là di tutte le considerazioni che avrà fatto nei confronti della Perego e della dirigenza Rai che l’ha maltrattata («Mi hanno tolto La vita in Diretta e Domenica In senza nemmeno una convocazione, senza dirmi nulla, senza un ringraziamento, l’ho trovato molto inelegante, mi hanno dato un calcio come si fa con una scarpa vecchia»), è stato un bene per lei non aver partecipato ad una messa in scena così banale e realizzata a tirar via, solo per riempire uno spazio e portare a casa il cachet della puntata.

 

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