Con il titolo “La fine di Tronca. Una verifica del lascito” l’ex assessore all’urbanistica della giunta Marino riassume sulla sua pagina Fb l’attività del Commissario e quanto questi ha recuperato dalla precedente amministrazione. Intanto ricorda che Tronca ha retto il Comune di Roma assumendo sia i poteri della giunta che dell’Assemblea Capitolina dall’1 di novembre 2015 al 22 giugno del 2016, quindi 233 giorni, mentre la giunta Marino ha governato per 856 giorni. Dopo questa premessa Caudo segnala che nel lasciare l’incarico il 30 ottobre 2015 ha consegnato al Commissario una lettera nella quale scriveva che «la repentina interruzione dell’attività amministrativa ha fatto sì che non si potesse programmare per tempo la sua conclusione. Allo scopo di evitare soluzioni di continuità, mi permetto di inviarLe una nota con l’elenco di atti e progetti prioritari, da sottoporre alla sua attenzione, selezionati tra le attività che erano in corso presso l’assessorato». In particolare Caudo aveva lasciato 8 delibere pronte di cui 2 decisioni di giunta che dovevano essere approvate con i poteri dell’Assemblea. Questi atti riguardavano la rigenerazione urbana fra cui le trasformazioni delle ex caserme, recupero di manufatti esistenti, le Torri dell’Eur e l’ex fiera di Roma. Oltretutto il suo impegno era stato quello di mettere ordine nella giungla dei piani di zona con l’applicazione prezzi massimi di cessione, opere pubbliche inattuate ecc, e la pianificazione attuativa, progetto urbano san Lorenzo, i programmi integrati. C’erano poi delle delibere che riguardavano programmi per realizzare alloggi sociali finanziati con i fondi di Cassa depositi e prestiti investimenti. Ma della 8 delibere ne sono state approvate solo due. La prima riguarda l’edilizia agevolata e fissa i criteri sul prezzo massimo della seconda vendita, quando il proprietario che ha comprato l’alloggio a condizioni agevolate la mette poi sul libero mercato. La seconda, pubblicata qualche giorno fa, riguarda invece il programma di Housing Sociale di Santa Palomba. Un intervento di edilizia privata sociale finanziato anche con i fondi di cassa Depositi e Prestiti investimenti già disponibili dal 2007, 1,8 miliardi di cui solo 150 milioni pubblici e il resto provenienti da investitori istituzionali e privati per finanziare interventi per lo più nel nord Italia e che non era ancora stato utilizzato a Roma. Caudo elenca poi le altre sei delibere che non sono state approvate: sanzioni agli operatori che non applicano i prezzi massimi di cessione degli alloggi realizzati in regime di edilizia residenziale. Oppure i Piani di zona e le modalità di escussione delle fideiussione date a garanzia dagli operatori che non hanno rispettato l’impegno a realizzare le opere pubbliche soprattutto nelle periferie. C’era anche la delibera sul programma di recupero della ex Caserma Donato, al Trullo, la terza caserma delle quattro ottenute dal Ministero della Difesa con protocollo siglato nell’agosto del 2014. La mancata approvazione di questa delibera appare inspiegabile a Caudo perché si trattava di interventi che avevano già ultimato l’iter amministrativo, condiviso con i Municipi e inserite in accordi istituzionali che potevano rientrare nelle prerogative del commissario. L’ultimo punto della lettera riguardava le iniziative di rilievo internazionale con tre programmi finanziati da fondazioni e associazioni internazionali che consentivano a Roma di far parte, dopo molti anni, di reti internazionali di città, lasciati morire o interrotti. Ma forse la migliore risposta a Caudo sta nei 233 giorni di permanenza di Tronca e negli 856 giorni della Giunta Marino, troppo pochi per entrambe per realizzare programmi così complessi. Chissà mai che l’assessore all’urbanistica in pectore della giunta Raggi, prof Berdini, che sicuramente non è amico di Caudo, ne recuperi qualcuno. Non è una bestemmia garantire la continuità delle cose ben fatte.
G.L.