Qualcuno aveva insinuato che l’ex capo di Gabinetto della Raggi, il magistrato Carla Raineri, si fosse dimessa anche perché il parere di Cantone che rimetteva in discussione la sua nomina, avrebbe inciso sui livelli del suo emolumento, per lei a soli 4 anni dalla pensione. Il magistrato invece racconta la sua verità ai giornali che non è certo edificante per chi governa attualmente Roma. «La verità è che ero ‘scomoda’, avvertita come un corpo estraneo, come un nemico da abbattere».
REATO GENERICO
Ma in commissione ecomafie Virginia aveva parlato di un suo parere sulla vicenda dell’assessora all’ambiente Paola Muraro rassicurandola sul fatto che il reato per il quale la Muraro è indagata, era “generico”. «Da magistrato – replica – non comprendo il senso dell’espressione ‘reato generico’. Muraro venne da me a chiedere un parere sulla sua situazione. Mi disse che aveva saputo di essere indagata e che voleva valutare l’opportunità di andare a parlare con il pm per caldeggiare l’archiviazione. Io la sconsigliai. Ricordo di averle detto subito: ‘A Milano queste cose non si fanno’. Quindi aggiunsi che si trattava di una mossa controproducente. Se dopo averla ascoltata il pm non avesse archiviato, questo avrebbe aggravato la sua posizione. Al colloquio era presente la sindaca».
MANCANO LE CONDIZIONI
Nel corso di un’altra intervista la dottoressa Raineri spiega di essersi dimessa perché non vi erano le condizioni per svolgere il ruolo per il quale era stata autorizzata dal Csm. «Raggi – prosegue – aveva concepito una segreteria particolare che era in realtà il vero Gabinetto del sindaco, a capo della quale ha posto Salvatore Romeo che era in realtà il vero capo di Gabinetto». Inoltre ha conferito a questo ex funzionario comunale di VII livello «una specifica delega alle partecipate, attribuendogli di fatto il ruolo di ‘assessore ombra’ di Minenna».
NESSUN CONTATTO CON MARRA
Mentre con Raffaele Marra, che aveva la qualifica di vice capo di Gabinetto «in quei 45 giorni non ho avuto mai il piacere di condividere con lui alcuna decisione: riferiva direttamente alla sindaca». Anche se come ufficio «mi sono trovata fisicamente collocata fra Romeo e Marra». Raineri rivela inoltre di non aver messo il visto sulla delibera di nomina di Romeo, «contrariamente a quanto dice Frongia (vicesindaco, ndr). Anzi, «in un duro confronto il 25 agosto» disse alla Raggi che se ne sarebbe andata «se le cose non fossero cambiate». Ecco che la Sindaca «dopo 40 giorni dalla mia nomina (decide) di investire Cantone senza comunicarmelo, ponendo un finto quesito che suggeriva già una risposta». Poi la convoca con urgenza alle 23 del 31 agosto «alla presenza degli inseparabili Romeo e Marra» per comunicarle il parere dell’Anticorruzione. Per questo è convinta che «è stata deliberatamente ordita una trama per minare la mia legittimazione. Ho quindi rassegnato dimissioni irrevocabili….» E su Cantone aggiunge «devo dire che il presidente dell’Anac ha agito con sorprendente rapidità» e annuncia che non impugnerà il suo parere, pur essendo convinta della sua “erroneita’”.
L.G.