«Nella mia vita ho incontrato Alemanno una sola volta» ha affermato il funzionario del Comune di Roma, Salvatore Romeo, sentito oggi come testimone nel processo a Mafia Capitale. L’ex capo della segreteria della sindaca e uomo di fiducia di Virginia Raggi insieme a Raffaele Marra attualmente detenuto, era stato citato dai difensori di Salvatore Buzzi per testimoniare sulle nomine in Ama pilotate da Buzzi e Carminati secondo la tesi dei PM . Nel corso della sua deposizione Romeo ha spiegato di avere partecipato nel 2013 all’assemblea di Ama nella seduta per la nomina dell’avvocato Giuseppe Berti nel consiglio di amministrazione. «Partecipai su delega del sindaco in quanto funzionario del dipartimento partecipazioni di Roma Capitale, ma senza avere alcun potere decisionale». Affermazioni che confermano la modestia dei suoi incarichi prima di far parte di quel Raggio Magico che ha orientato le scelte della sindaca in materia di riorganizzazione della macchina amministrativa. Ma la novità della giornata sta nella decisione della Commissione Trasparenza presieduta da Marco Palumbo (Pd) che ha acquisito tutti gli atti riguardanti le nomine e gli incarichi conferiti a Romeo, Raffaele Marra, al fratello Renato. Quest’ultimo dirigente della Polizia Municipale e nominato alla direzione del Turismo sino al suo frettoloso dimissionamento dopo l’arresto del fratello. Determine, delibere, ordinanze, contratti a tempo determinato, note della sindaca Virginia Raggi acquisiti e distribuiti ai consiglieri capitolini dalla Commissione. Cosa che ha suscitato la reazione dei 5stelle come accaduto fra Fabrizio Ghera dei Fratelli D’Italia e il grillino Fabio Tranchina. Quest’ultimo ha annunciato che è già in corso una due diligence (accertamento documentale) avviata sull’ex capo del Personale Marra «quindi aspetterei i risultati e poi convocherei gli uffici perché tecnicamente non abbiamo la possibilità». La notizia, ignorata dalle opposizioni ha suscitato la reazione di Ghera «Vorremmo capire – ha ribattuto – se questa due diligence viene portata avanti dal Comune o è interna al M5S, il che sarebbe gravissimo perché un’indagine con possibili risvolti penali non può essere portata avanti da un organo di partito». Particolarmente polemica anche la pentastellata Maria Teresa Zotta: «Non capisco l’obiettivo della convocazione di questa commissione oggi solo per informare che la commissione ha fatto richiesta di atti» perché «una volta acquisiti i documenti sarebbe stato opportuno convocare qualcuno degli uffici, al netto delle notizie di stampa che possono essere attendibili o meno. Io posso anche prendere copia dei documenti, al di là dello spreco di carta – ha proseguito- ma non credo di avere capacità di intervenire nel merito delle norme. Mi sarei aspettata un riscontro da chi è addetto alla materia». Dopo questa sincera ammissione di incompetenza e di scarsa propensione alla lettura la Zotta ha proposto di istituire «una nuova commissione ad hoc dove possano essere forniti documenti e risposte a questioni anche legittime». Ipotesi che delegittimerebbe la Commissione Trasparenza, presieduta dall’opposizione e istituita proprio per chiarire situazioni opache indipendentemente dagli eventuali interventi della magistratura. Non a caso Francesco Figliomeni (Fdi) ha ricordato che «il 29 novembre Raffaele Marra venne qui in commissione a riferire sull’interpello dei dirigenti e ci disse che non c’erano contenziosi sulle nomine effettuate dalla sindaca, ora invece mi pare che ci siano e non è una questione irrisoria». Pertanto la Commissione dovrà chiarire se «all’epoca dell’audizione di Marra, che negava, c’erano già contenziosi a conoscenza dell’amministrazione o meno. A parte poi l’inopportunità di nominare anche il fratello Renato Marra, vogliamo capire la regolarità di tutte queste carte». Queste le ragioni che hanno indotto Palumbo a convocare dopo il bilancio la Commissione alla presenza degli uffici per verificare se ci siano le condizioni per annullare o quantomeno congelare i sistema dell’interpello dei dirigenti scelti dalla Raggi e quindi avviare una nuova procedura di nomina dei dirigenti. «Siamo a conoscenza già di 4 o 5 dirigenti che hanno fatto o stanno facendo ricorso» ha detto Palumbo. «A noi per esempio risulta che la dottoressa Carolina Cirillo abbia già presentato ricorso e ci sembra strano che in un dipartimento così delicato come i Servizi tecnologici una persona come la Cirillo, ingegnere informatico, sia stata nominata una persona con una laurea in Sociologia, oppure che una persona sia finita dal Commercio al Centro fiori, o un laureato in Economia mandato ai Servizi sociali». Insomma, tutti spostamenti che vanno verificati, ma l’obiettivo politico dell’iniziativa è quello di capire i meccanismi di scelta che hanno presieduto agli spostamenti apicali degli ultimi mesi. Con il sospetto che la manina di Marra e Romeo sia stata ben più incisiva di quanto si voglia far credere, alla faccia della conclamata trasparenza di cui si vantano i 5stelle.