Lo studio: cervello plastico fino a 30 anni. Così si riconoscono i volti

La Società Italiana di Neurologia diffonde i risultati di un importante ricerca scientifica

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Uno studio pubblicato a gennaio su Science mette in relazione diretta nell’essere umano lo sviluppo della capacità di riconoscere i volti con lo sviluppo anatomico di una regione specializzata della corteccia cerebrale, individuabile nella faccia inferiore del lobo temporale.

L’analisi, realizzata mediante avanzatissime tecniche di risonanza magnetica, ha permesso di verificare come una abilità sempre maggiore nel riconoscimento dei volti, a partire dall’infanzia fin quasi ai 30 anni, si associa a un aumento delle dimensioni di questa regione del cervello.

«Questo studio – afferma il prof. Stefano Cappa, specialista della Società Italiana di Neurologia – è la prova che la plasticità del cervello continua per molti anni dopo la nascita e, addirittura dopo l’adolescenza. Finora, invece, l’orientamento della comunità scientifica concordava sul fatto che la plasticità cerebrale fosse particolarmente marcata solo nei primi anni di vita dell’uomo».

Il fatto che l’aumento delle dimensioni del cervello sia specifico della parte che interessa il riconoscimento dei volti, e non riguarda una regione vicina, specializzata per il riconoscimento dei luoghi, conferma il ruolo centrale che la capacità di riconoscere gli altri ha per la nostra specie che, infatti, risulta eccellere in questa abilità.