Lazio Ambiente, è scontro con i sindacati sulla privatizzazione

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La posizione della Cgil sulla privatizzazione di Lazioambiente si va allineando con gli interessi di numerosi Comuni che quella soluzione non vogliono nonostante che i costi gravino solo sulle spalle dei contribuenti. Contrari per principio alle privatizzazioni, almeno così appare, hanno preso posizione il segretario generale della Cgil il segretario generale della Cgil Roma Lazio Michele Azzola e quello della funzione pubblica  Natale Di Cola. Per loro  «incomprensibile la cecità della Regione sulla crisi di Lazio Ambiente, una società che offre il servizio di igiene ambientale a 17 comuni (tra cui centri importanti come Frascati, Colleferro e Fiuggi) e a oltre 115mila cittadini.»

Il problema al centro delle preoccupazioni del sindacato rimane la sorte dei 500 lavoratori che «tra azienda e indotto operano nel ciclo dei rifiuti (e) sono lasciati nell’incertezza.»  Ieri nell’ultimo incontro tenutosi in Regione ancora un nulla di fatto perché  «non si vede l’ombra di una proposta e per la terza volta viene promesso un documento mai redatto.» Quindi  «si ignorano gli appelli giunti dal territorio, dopo l’assemblea che ha visto gli amministratori locali e i lavoratori produrre una proposta congiunta per la presa in carico del servizio da parte delle comunità interessate, che non accettano di vedere un settore sensibile come quello dei rifiuti finire in mano privata.»

Nella sostanza e senza mezzi termini la Cgil denuncia  l’immobilismo dell’amministrazione regionale sul futuro della società di igiene ambientale.  Per Azzola «la sola strada che la Regione ha in mente  è la privatizzazione di un settore strategico per la salute e la vivibilità di un territorio che pure ha dimostrato di voler investire nel ciclo integrato e andrebbe sostenuto in questo sforzo».
Quindi il proclama:  «Abdicare al proprio ruolo pubblico, abbandonare la programmazione e l’investimento in chiave industriale e abbandonare ogni prospettiva di sostenibilità economica e privatizzare, sarebbe un errore gravissimo e una sconfitta per tutti». «A questo punto – concludono i due sindacalisti – alzeremo i livelli della protesta. Ci faremo sentire ancora più forte.»

Su questa vicenda pare vada ad incrinarsi quella alleanza di fatto che Nicola Zigaretti ha pazientemente costruito con i sindacati in tema di sanità e fiscalità. In ogni caso a favore della decisione di privatizzare sta la legge di stabilità del 2015 che impone  agli Enti locali la razionalizzazione delle controllate e delle partecipate, mentre per la società regionale voluta da tutte le forze politiche per risolvere nel 2011 la disastrosa situazione del Consorzio Gaia, rimane il problema della difesa dei livelli occupazionali. In attesa dell’advisor, ovvero della società di consulenza che dovrebbe determinare la due diligence della società e le modalità di privatizzazione, resta da capire quali sarebbero i privati disponibili a subentrare tramite bando di gara europeo nella proprietà e nella gestione di Lazioambiente. Nel frattempo restano del tutte aperte le possibilità di garantire i livelli occupazionali che sono poi il problema di fondo di tutta questa vicenda.

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