Ciò che apprendiamo, vediamo e viviamo da bambini, molto spesso, lascia impronte nella nostra mente che determinano il nostro modo abituale di comportarci e percepire noi stessi e gli altri.
Pensiamo al meraviglioso mondo dei cartoni animati, fedele compagno di viaggio durante i primi anni della nostra vita insegnandoci a lottare per i nostri sogni, accettare le nostre diversità, trarre il buono dal brutto, diminuire il pregiudizio e credere nell’amore ideale.
Ebbene, attorno a questi importantissimi temi gravitano purtroppo messaggi illusori che potrebbero creare problemi nell’età adulta.
Ecco le 7 bugie a cui abbiamo creduto dei cartoni animati:
1IL CAMBIAMENTO AVVIENE PER MIRACOLO
Aspettare un cambiamento che improvvisamente stravolgerà la tua esistenza è da considerare come una credenza quanto mai illusoria ed ingannevole.
Il cambiamento è sempre il frutto di un processo che comporta sacrifici, conflitti interiori e sudore.
Le cose cambieranno solamente quando avrai il coraggio, l’umiltà, la pazienza e l’intelligenza per cominciare a lottare per la vita che vorresti.
Le lampade di Aladino non esistono!
2ESISTE UN CARNEFICE ED UNA VITTIMA
La vita non è in bianco o nero, tutto o nulla, buoni o cattivi perché nel mondo reale i ruoli di carnefice e vittima sono sfumati e relativi ai diversi contesti in cui vengono esercitati.
Molto spesso prediligi il ruolo di martire, perseguitato dalla tua storia solo per conservare l’immagine di persona buona, docile e sottomessa.
Ma per questo hai probabilmente dovuto trovare fuori di te un carnefice, dal quale hai dovuto subire per anni le angherie, le prepotenze e la cattiveria.
Osservando meglio le tue resistenze passive, i tuoi ricatti affettivi ed il far sentire sempre il mondo che ti circonda come non adeguato ed immeritevole di te, forse, non sarebbe poi molto corretto definirti come una persona sottomessa.
Probabilmente hai solamente prediletto una diversa forma di aggressività, colpevolizzando chiunque entrasse nella tua storia.
Probabilmente anche alle povere ed indifese principesse avrebbe fatto bene un pochino di psicoterapia…
3LA FELICITA’ NON PREVEDE L’ACCETTAZIONE DEL PROBLEMA
Ritenere che la felicità si nasconda solamente dietro la risoluzione di un problema è un rischio molto comune a cui siamo continuamente esposti.
La sirenetta Ariel, tanto per citare il famoso cartoon, pur di ottenere le gambe e divenire umana, scese al compromesso del patto con Ursula, Aladdin invece, solamente ribaltando la propria condizione economica ha avuto la possibilità di conoscere la principessa.
Sia Aladdin che Ariel vissero felici e contenti, da ricco il primo e da umana la seconda, come se la povertà e la condizione di sirena fossero uno status che li avrebbe condannati all’infelicità.
Ma non sempre il cambiamento passa per una modificazione della realtà esterna ma anche lavorando su se stessi.
4SOLAMENTE UN SALVATORE PUO’ RENDERTI FELICE
Questa è la favola del salvatore che ti porta via dal castello, liberandoti finalmente delle catene che oggi ti impediscono di essere felice.
Ma attendere il ‘principe azzurro’ oltre a rappresentare un accadimento improbabile, è un atteggiamento pericoloso perché ti libererebbe dalle tue responsabilità.
Come mai Cenerentola non è semplicemente uscita dalla porta di casa?
Come mai ha dovuto aspettare che qualcuno venisse a salvarla?
E tu invece chi stai aspettando?
Forse un uomo che ti salvi, un genitore che finalmente comincia ad apprezzarti per ciò che sei, o più semplicemente una storia che consideri giusta…
Nessuno potrà mai salvarti all’infuori di te stesso!
5LA FELICITA’ E’ NEL DISTACCO DALLA MATRIGNA
Le tante “Biancaneve” sarebbero felici se non dovessero più vedere i loro carnefici, libere dall’abbandonare la loro torre…
Purtroppo siamo esseri complessi la cui realizzazione deve passare dall’affrontare ed elaborare ciò che ci ha fatto soffrire, non dal fuggire dalla nostra storia!
Perché le principesse fuggite dalla matrigna porteranno sempre dentro di loro ferite, traumi e ricordi che, se non elaborati, nessun principe potrà mai far dimenticare!
La matrigna non è solamente una persona fuori di noi, ma anche e soprattutto un vissuto che ci portiamo dentro.
6BACIARE ROSPI CREA PRINCIPI
Sperare che un rospo possa diventare un principe serve solamente a riempire momenti di solitudine e il bisogno di accudimento, preferendo ad un senso di abbandono la figura di persone che non ci meritano e che non apprezziamo.
Meglio vivere con l’illusione che il rospo un giorno si trasformerà per magia, che andare a cercare una persona reale, da amare così com’è, ma chi nasce rospo muore rospo.
7E VISSERO TUTTI PER SEMPRE FELICI E CONTENTI
Ogni favola che si rispetti si conclude inesorabilmente con questa dicitura, destinata a lasciarci immaginare un futuro roseo per i protagonisti della storia…
Questa ottimistica quanto irreale prospettiva, non prevede che il principe possa riscoprire aspetti della sua partner che non si immaginava, tanto che la principessa, durante la convivenza, potrebbe addirittura rimpiangere matrigna e sorellastre.
Solamente se il principe accetterà che la dama non sia sempre quella della sera del ballo, meravigliosa, dolce e tirata a lucido, potrà amarla veramente.
CONCLUSIONE:
Le esperienze del nostro passato ci offrono modelli di comportamento e relazione con il mondo esterno.
Fiabe e cartoni animati rappresentano strumenti meravigliosi ed efficaci per educare i bambini e permettere loro di sviluppare immaginazione e creatività.
Ma va riconosciuto che anche la tua vita attuale è guidata da inganni, illusioni, utopie e fantasticherie che ti impediscono di crescere, maturare ed entrare in relazione autentica ed adulta con l’altro.
Le fiabe ed i cartoni sono fantastici, ma la vita è una cosa seria per cui bisogna impegnarsi, lottare e sacrificarsi, e soprattutto accettare ciò che non è in nostro potere.
Per vivere una vita da favola bisogna smettere di confrontarla con le favole.
Anche perché il cambiamento è Sempre Possibile!