Sono ancora all’opera i vigili del fuoco alle prese col vasto incendio divampato a Pomezia venerdì scorso. Un rogo enorme da cui è scaturita una nube tossica che sta tenendo in apprensione l’intera area sud della provincia di Roma. I pompieri hanno lavorato per tutta la notte e questa domenica sono attivi con almeno 40 uomini, tre autobotti e altri mezzi speciali. Il rogo si era sviluppato due giorni fa nello stabilimento della ditta “Eco X”, in via Pontina Vecchia. L’azienda è specializzata nello smistamento di rifiuti, soprattutto plastica, carta, ferro e materiali edilizi. Materiali che hanno preso fuoco per cause ancora da accertare. Sul posto sono tuttora presenti tre focolai e molto fumo. Proseguono anche le operazioni di smassamento, raffreddamento e rimozione dei materiali all’interno della struttura. I pompieri stanno indossando delle protezioni per proteggersi dal fumo. In alcuni punti ci sono ancora le fiamme, sebbene si siano molto abbassate. Si stima che le operazioni di spegnimento potrebbero concludersi tra stasera e domani mattina. Solo al termine si procederà con gli accertamenti per stabilire le cause dell’incendio. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri.
NUBE TOSSICA, TIMORI E DATI ARPA
La nube si è abbassata, diventando sempre più chiara. I suoi miasmi però hanno invaso Pomezia, trasformandola in una città fantasma con poche persone in giro e coi volti coperti da mascherine. Un odore acre e nauseabondo che irrita occhi, gola e narici. Le farmacie della piccola cittadina a sud di Roma sono state prese d’assalto: tutti a chiedere mascherine col filtro tanto da far terminare le scorte. Ne arriveranno di nuove lunedì. Il sindaco di Pomezia Fabio Fucci ha disposto un lavaggio straordinario delle strade di alcuni quartieri per arginare le polveri che si sono depositate a terra dopo l’incendio. Ma l’odore acre si è avvertito anche ad Ardea, in comuni del litorale come Torvajanica, e ha poi ha raggiunto Roma coinvolgendo l’estrema periferia sud. Anche da lì, ieri, sono arrivate numerose chiamate al Nue, numero unico d’emergenza. I cittadini della Capitale si sono rivolti al 112 per aver sentito nell’aria un cattivo odore e per chiedere informazioni, non per richieste di intervento, hanno fatto sapere dalla centrale operativa. Il sindacato Usb, però, ha segnalato che all’interno dell’outlet di Castel Romano due commesse sono finite in ospedale per malori. E i sindacati Cgil, Filctem, Filctem e Fiom Cgil di Roma e del Lazio hanno deciso di “proclamare lo sciopero a oltranza nel sito, con effetto immediato, fino a quando non saranno ripristinate le condizioni di sicurezza”. Non sono state infatti dissipate le preoccupazioni sulla tossicità della nube. Si teme possa portare con sé sostanze come l’amianto e la diossina. Sia i primi dati diffusi ieri da Arpa Lazio, sia quelli comunicati oggi, rilevati dalle stazioni di monitoraggio dell’aria nelle giornate rispettivamente di venerdì e di sabato avevano rilevato che gli inquinanti sono nei limiti di legge. Ma bisognerà attendere qualche giorno per vedere i risultati dei “campionatori” installati nell’area più vicina al rogo. I primi risultati delle analisi dell’Arpa saranno infatti analizzati martedì in un incontro alla Regione Lazio. A esprimere tranquillità in merito all’assenza di amianto all’interno della “Eco X”, al momento, è soltanto l’amministratore delegato della stessa azienda. “Escludo che nel nostro stabilimento ci fossero rifiuti pericolosi – ha dichiarato – e che ci sia amianto sul tetto, visto che è di cemento”. Malgrado queste rassicurazioni, i vigili del fuoco avevano già in un primo tempo parlato della presenza di amianto nelle coperture del magazzino. Inoltre, alcuni pannelli di amianto sarebbero stati trovati all’interno del capannone andato in fiamme. Una comunicazione è stata inviata alla Procura di Velletri che potrebbe trasformare il fascicolo aperto da “rogo colposo” a “disastro ambientale”.
UNA CENTRALINA DI MONITORAGGIO A ROMA SUD
L’odore acre è arrivato anche a Tor de Cenci, Decima e Spinaceto. E, secondo le segnalazioni dei cittadini, ha lambito anche Eur e la zona di Piramide, raggiungendo in serata anche il Centro storico. La sindaca di Roma Virginia Raggi ha consigliato ai cittadini raggiunti dai miasmi di tenere le finestre chiuse e chiesto all’Arpa di installare una centralina per monitorare la qualità dell’aria a Spinaceto.
INCENDIO A POMEZIA, COLPE E POLEMICHE
Insieme all’incendio sono divampate anche le polemiche tra gli attori principali che avrebbero dovuto vigilare per prevenire l’incendio. Si sta di fatto assistendo a un rimpallo di responsabilità tra il Comune di Pomezia, la Asl Rm6, il comando dei vigili urbani di Pomezia e il Noe. È emerso infatti che un cdq di Pomezia, il Comitato di Quartiere Castagnetta Cinque Poderi, il 4 novembre 2016 aveva presentato un esposto per chiedere al Comune di effettuare verifiche sugli ingenti quantitativi di rifiuti accumulati presso la Eco X. Verifiche che non erano però mai state fatte. Attraverso Facebook il sindaco di Pomezia Fabio Fucci si è difeso. “Non abbiamo sottovalutato la situazione, come qualcuno sta dicendo in queste ore – ha sottolineato – ma richiesto l’intervento dei soggetti competenti che, con strumentazione adeguata che il Comune non possiede, avrebbero dovuto effettuare le verifiche richieste”. Il sindaco grilllino, a sostegno della sua affermazione, ha pubblicato sulla stessa pagina una foto della lettera, datata 14 dicembre e protocollata il 22 dello stesso mese, in cui il comandante della polizia locale di Pomezia sollecitava il Noe dei carabinieri e la Asl Roma 6 a verificare quanto contenuto nell’esposto e a fissare una data per un “sopralluogo congiunto”. La Asl ha subito replicato che, dopo aver ricevuto la richiesta di sopralluogo da parte della polizia locale di Pomezia, si era prontamente attivata “rimanendo in attesa dell’indicazione della data da parte del richiedente. Indicazione però che non è mai avvenuta”. “Oltretutto – ha aggiunto la Asl – la richiesta effettuata dalla polizia locale di Pomezia è alquanto irrituale, in quanto non contenente elementi certi di gestione del sopralluogo, come sarebbe stato logico, spettanti comunque al richiedente stesso, al fine di definire il raccordo tra i vari attori cui è stato richiesto il controllo, demandando a una interlocuzione telefonica come da nota della polizia Locale. In ogni caso, non viene meno il potere di verifica, che comunque è nelle mani del richiedente, quindi sempre il Comune di Pomezia il quale avrebbe potuto intervenire”. In sostanza, l’unica cosa emersa con chiarezza ieri è che nessuno degli organismi principali che avrebbero dovuto vigilare ha compiuto un controllo o un sopralluogo nello stabilimento. Con buona pace della denuncia-esposto presentata ben sei mesi fa dai residenti.