Cerveteri: pubblicate le liste, cadute le maschere

Dall’opposizione alias del 2012 al vero sostegno elettorale del 2017, una ipocrisia durante cinque lunghi anni

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di ALBERTO SAVA

Per il voto dell’11 giugno, sono state ammesse le candidature di dieci candidati sindaco che saranno sostenuti da ben venticinque liste. Una polverizzazione del consenso locale che non si era mai vista prima da queste parti.

Con l’ufficializzazione inemendabile delle liste elettorali, sono cadute tutte quella maschere che in molti si misero nel 2012, e che per cinque lunghi anni hanno nascosto sotto la veletta dell’ipocrisia. “…Sleali nei confronti dei valori politici del centrodestra per cui erano stati votati…”, ha tuonato l’ex sindaco Guido Rossi contro Angelo Galli, candidato sindaco del Pdl nel 2012, il quale, unitamente a Luciano Ridolfi, per cinque lunghi anni ha retto lo strascico a Pascucci, ed ora è in lista a sostegno del sindaco uscente. Queste accuse Guido Rossi le ha lanciate, sabato pomeriggio, durante la presentazione della sua lista, in appoggio ad Annalisa Berardinelli sindaco, giovane avvocatessa dinamica, in campo con il supporto di un altro ex sindaco di Cerveteri e di Fratelli d’Italia.

Guido Rossi non le ha mandate a dire neanche a Carmelo Travaglia e Riccardo Ferri, rispettivamente ex capogruppo ed ex consigliere comunale del PD, entrambi oggi in una lista civica di appoggio al sindaco uscente, unitamente ad Alessandro Gnazi, ex segretario del medesimo partito.

Nel 2012 gli elettori collocarono il PD all’opposizione. Subito dopo la batosta elettorale, subìta senza troppi complimenti per opera di Pascucci, batosta che fermò il candidato sindaco del partito ben prima della soglia del ballottaggio, fu celebrato un congresso che elesse Alessandro Gnazi alla carica di segretario. Così iniziava un nuovo corso, che però si rivelò, ove possibile, più accidentato del procedente. Fin da subito Travaglia si pose in rotta di collisione con le indicazioni politiche del partito: novello Clark Gable, fece sapere al PD che se ne infischiava delle direttive, e che rispondeva solo al suo elettorato. Riccardo Ferri, per parte sua, subentrato al dimissionario Celestino Gnazi, si adeguò immediatamente alla linea Travaglia. Per quanto riguarda il circolo cittadino, il segretario Gnazi dapprima abbozzò un’opposizione politica e programmatica all’amministrazione in carica palesemente poco convinta, poi iniziò a ‘dialogare’ con il sindaco in modo sempre più fitto. Poiché l’attività politica del segretario era ormai incompatibile con le tesi congressuali, e con i dirigenti che lo avevano portato all’affermazione personale, strappi, duri confronti ed inutili ripartenze non scongiurarono l’inevitabile, cioè la sfiducia e le dimissioni.

Poi ci fu la fase ancora più confusa definita come commissariamento, ma più simile ad un polverone politico spesso ed informe, dal quale probabilmente molti speravano uscisse il simbolo del PD infiocchettato per il ‘trionfo’ di Pascucci. Campagne stampa, denigrazioni ed accuse, dileggio personale di pessimo gusto, nonché mobilitazione generale di padrini politici vari ed assortiti, non hanno ottenuto l’effetto e, seppure in un congresso al fotofinish, la linea di consegnare il PD a Pascucci è fallita.

Diradato pure il fumo dei paroloni come ‘futuro’, ‘dialogo’, ‘progresso’, ‘modernità’, ecco la verità che, come dicevano le nonne, è come l’olio, e viene sempre a galla. Rese note le liste elettorali, quindi, come tre valorosi moschettieri, troviamo schierati al lato sinistro di Pascucci Gnazi, Travaglia e Ferri. E per non lasciare ‘scoperto’ il lato destro, dopo cinque anni di provata e pedissequa lealtà, Angelo Galli e Luciano Ridolfi sono stati anch’essi insigniti dei galloni, e del diritto di schierarsi a fianco del loro condottiero, dopo aver fatto finta di avversarlo nella scorsa campagna elettorale. Errori ‘di gioventù’, deve aver pensato Pascucci nella sua magnanimità.

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