Il salto ha qualcosa di primordiale e di catartico. Sarà per questo che l’opera di Paolo Vanacore ha un titolo così evocativo “L’ultimo salto del canguro” (Ed. Castelvecchi, 160 pag., 17,50 euro). L’ultimo in senso letterale è probabilmente il passo più importante, quello che dà una netta separazione con quanto c’era prima; il salto è movimento, è trovare un nuovo equilibrio, un andare avanti a testa alta proprio come fa il canguro, che però in quel suo marsupio riesce a tenere al caldo gli “affetti” più veri.
Ed è così questo libro ti porta a fare un viaggio nei sentimenti, nell’amore e nel sesso in tutte le loro sfaccettature, nelle paure e nella sofferenza. Ma lo fa con un piglio ironico e divertente, che ha l’effetto di alleggerire le tensioni, di dare una lettura diversa a ogni riga. Ed è proprio il linguaggio scorrevole e “naturale” che rende la lettura piacevole.
E quell’essenza naturale si ritrova poi negli animali che animano il Bioparco di Roma, luogo dove il protagonista Edoardo lavora. Un giovane introverso che nasconde la sua omosessualità alla famiglia. Ma più che nascondere, nella sua famiglia le cose si sanno ma non vengono svelate, si lasciano nell’ombra. La madre casalinga fa finta di non sapere dove va il marito quando parte per una trasferta di lavoro. E invece va dall’amante, scoperta che faranno i figli: prima Edoardo e poi la sorella. Margherita detta Margi, appunto, che inviterà Edo a dichiarare la sua omosessualità e porterà in casa Gabriele, l’uomo che ama e con cui va a convivere, ma anche tra di loro non mancheranno i segreti e le rivelazioni. Edoardo, infatti, si innamorerà di Gabriele e verrà in parte ricambiato, ma “Ga” non avrà il coraggio di vivere fino in fondo questo rapporto.
Edoardo nasconde la sua omosessualità, l’amore per il cognato, la solitudine e anche la ricerca continua di un grande amore, gettandosi in mille storie da una notte. Una ricerca che passa però per grandi sofferenze e un viaggio a Dublino, che aprirà squarci profondi. Ferite dolorose che coinvolgeranno anche la sua famiglia, che ha sempre vissuto tra silenzi e menzogne.
Il mondo umano si contrappone nel racconto al mondo animale, agli esseri che animano il Bioparco. Foche, pinguini, leoni ed elefanti sono in gabbia, ma sono di fatto più liberi di vivere e di esprimersi come vogliono, in netta contrapposizione rispetto ai personaggi del libro, che sono sì liberi di girare in città ma non di mostrarsi agli altri per quello che realmente sono.
Fino però a quando Edoardo trova il coraggio di fare un salto, quel salto del canguro che faceva da bambino giocando con sua sorella. Ma ora il bambino facendo quel salto diventa adulto, si assume le sue responsabilità e si mostra per quello che è. Un salto che apre nuovi orizzonti, non solo per lui ma per tutta la sua famiglia.