Com’era naturale che fosse prende il via il balletto dei sondaggi più o meno riservati, anche per le prossime elezioni regionali quando nel centrodestra regna ancora la più assoluta indecisione sulla scelta del candidato.
Circola ormai insistentemente la voce della discesa in campo del senatore Maurizio Gasparri che dilaga soprattutto sulla stampa locale, in genere vicina ai baroni territoriali di Forza Italia, ma l’incognita Pirozzi pesa come un macigno sulle future sorti di quella coalizione che è data in ripresa anche per le prossime elezioni politiche.
Infatti secondo un recentissimo, e ovviamente riservato sondaggio sugli scenari del voto di marzo nel Lazio, risulta che la coalizione di centrodestra, unita attorno a Pirozzi, quoterebbe il 40% dei consensi, la onorevole Cinque Stelle Roberta Lombardi arriverebbe al 28% e Nicola Zimgaretti unificando tutte le forze di sinistra compresi Liberi e Uguali del presidente del Senato Grasso, arriverebbe terzo con il 27% dei consensi.
Diverso lo scenario se il centrodestra presentasse un altro candidato e Pirozzi persistesse nella sua sfida, anche in solitaria, come ha spesso ribadito.
In tal caso prevarrebbe la Lombardi con il 27% dei consensi seguita a ruota dalla coalizione di Zingaretti, mentre il candidato di destra alternativo al sindaco di Amatrice si quoterebbe al 22% ma tallonato da Pirozzi con il il 20%.
È pur vero che i sondaggi consultati non riportano le percentuali degli indecisi e di coloro che alle urne nemmeno ci andranno, ma sono comunque significativi e tutto sommato coerenti con le rilevazioni nazionali per le politiche, che peraltro avverranno in concomitanza con le regionali.
L’affermazione di Pirozzi con la sua lista civica sarebbe sicuramente una novità non solo per il Lazio dato il livello di consensi rilevato.
Comunque vada a finire, fatta salva una eclatante vittoria del centro destra unito sul sindaco di Amatrice, dalle percentuali appena riportate si prefigura una situazione di ingovernabilità dell’Assemblea Regionale dove nessuna formazione politica raggiungerebbe la maggioranza assoluta dei seggi, con il rischio che si debba andare a votare magari dopo un anno.
Quanto a Pirozzi non demorde nella convinzione che prima o poi la coalizione dovrà convergere su di lui e senza tante mediazioni o trattative, forte dell’appoggio del Nazional/Leghista Matteo Salvini che spera di recuperare nel centro sud parte di quei consensi che il Cavaliere risorto gli va erodendo al Nord.
Infine una ultima considerazione per quanto riguarda Nicola Zingaretti che nel caso di una competizione a quattro se la dovrebbe vedere con la Lombardi sul filo di lana. Comunque vada a finire resta il fatto che è riuscito ad aggregare sul suo nome tutta la sinistra compresi gli ex scissionisti ormai guidati da Grasso, una operazione che non è riuscita ai vertici del Pd che in verità l’ha perseguita senza troppa convinzione. Come tutti il governatore vorrebbe vincere, ma l’operazione portata a termine potrebbe schiudere nuovi scenari negli equilibri interni del Partito Democratico.
Anche se, ovviamente si ragiona solo in termini di rilevazioni e il voto vero potrebbe sempre riservare sorprese.
Giuliano Longo