Se un paio di giorni fa non ci fossimo sintonizzati su Radio Radicale, avremmo mancato di goderci lo scazzo, in Commissione di Vigilanza, tra Freccero, direttore di TV2, e un tal on. o sen. Tirapiedi (del popolo sovrano in versione Lega). Il quale Tirapiedi prendeva a calci il suddetto Freccero contestandogli i bassi ascolti e processandone fra l’altro la manifestata intenzione di accollare ad altra rete il mantenimento del trentennale “Fatti Vostri”.
Dietro le frasi del Tirapiedi si sentiva il palpitare di questo o quel pianerottolo aziendale innervosito, come è scontato, da ogni minaccia di rottura dei propri commerci (di budget e di visibilità). Preoccupazioni umane, (e chi siamo noi per giudicare?), ma mimetizzate nelle vesti della critica “oggettiva”, fondata sui dati auditel registrati da TV2.
Allora, incuriositi, siamo andati a verificare di persona constatando che Tirapiedi è anche Senzatesta perché se avesse confrontato l’auditel da Capodanno fino a ieri, si sarebbe accorto che, rispetto al 2018, TV2 è la Rete che aumenta maggiormente sia come percentuale (quasi un punto), sia come numero di spettatori (quasi centomila, nonostante che in questo frattempo la platea televisiva abbia continuato a contrarsi). Effetto dei titoli di prime time: Il Collegio, Made in Sud, The Good Doctor, La Porta Rossa, che compensano l’evidente flop di Popolo Sovrano, quello che vorrebbe segnare la presenza della Rete nel talk politico sociale.
Ci costa, a dire il vero, portare acqua al mulino di Freccero, perché con lui saremmo più portati a litigare che a dargli ragione. Il situazionismo in versione Mediaset di cui da decenni è il tele apostolo, noi lo mettiamo, filosoficamente parlando, al livello in cui Made in Sud (che abbiamo intravisto e ci è parso, per così dire, incanaglito” rispetto alle prime edizioni) si pone rispetto alla commedia di Eduardo. Per non dire del dandysmo da bar che indossa nel girovagare fra i talk show.
Ma sotto la fuffa che lo fa tele-amare, batte tuttavia il collaudato cuore di un esperto del marketing televisivo. Un magnifico soppesatore di prodotti del mercato, come dimostrò -per dire- quando gli fu messa nelle mani Rai 4.
Diverso mestiere, rispetto al comporla, è tuttavia farla la TV: produrre cioè programmi originali. Qui non esiste l’andare a colpo sicuro e qualsiasi direttore che ci provi sa di dover basculare fra stelle e stalle. Mentre chi la sa più lunga e non si azzarda in avventure creative, a imparato a evocarne la chiacchiera attraverso qualche sparata, scoop o altri fuochi fatui.
Stefano Balassone