Libia, uccisi 2 italiani: erano stati rapiti nel luglio 2015

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E’ stata purtroppo confermata la notizia delle due vittime italiane in Libia.

ITALIANI RAPITI IN LIBIA

Relativamente alla diffusione di alcune immagini di vittime di sparatoria nella regione di Sabrata, apparentemente riconducibili a occidentali, la Farnesina aveva infatti informato stamattina «che da tali immagini e tuttora in assenza della disponibilità dei corpi, potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni ”Bonatti”, rapiti nel luglio 2015 e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla. Al riguardo la Farnesina ha già informato i familiari».

LE PRIME REAZIONI

«Vorrei esprimere la forte preoccupazione con cui seguiamo in queste ore le notizie di stampa relative al possibile coinvolgimento di cittadini italiani in eventi drammatici in Libia. In attesa di conoscere altri elementi ci stringiamo con affetto alle famiglie e a tutte le persone che vivono momenti di ansia e sofferenza». Lo dice il presidente del Senato Pietro Grasso al convegno ”Migrazioni e Sicurezza. Un equilibrio difficile”, a Palazzo Giustiniani.

«Solidarietà totale alle famiglie degli italiani uccisi in Libia. Fratelli d’Italia chiede da più di un anno che si intervenga in Libia e che il governo si prenda la responsabilità di una missione necessaria, visto che abbiamo il fondamentalismo a 400 chilometri dalle porte di casa Siamo stati favorevoli a un intervento in Libia e continuiamo ad essere favorevoli e come Fratelli d’Italia siamo pronti a votarlo se Renzi lo porterà in aula. Una missione che non passa per il Parlamento? sarebbe un errore: intervenire in Libia alla chetichella utilizzando le forze speciali è il classico escamotage tipico di un Renzi che non vuole prendersi gli impegni di cui dovrebbe farsi carico un premier». A dirlo Giorgia Meloni a margine del flash mob organizzato da Fratelli d’Italia in piazza Montecitorio contro il decreto legislativo del governo sui mutui.

«Il parlamento deve essere informato al più presto da parte del governo di quello che sta succedendo in Libia». Lo dice il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta in aula a Montecitorio. «Avevamo già chiesto che Gentiloni venisse in aula e c’era la disponiobilità per il giorno 9. Ma quella è una data ormai troppo lontana, visti gli avvenimenti in essere. Noi chiediamo che il governo venga al più presto, ad horas. Sappiamo che il governo riferirà al Copasir, ma noi riteniamo che questa informativa debba riguardare tutto il parlamento», dice Brunetta. La richiesta è condivisa dai Cinque Stelle, che con Luca Frusone spiega che «il Parlamento, come tutto il Paese ha il diritto di sapere cosa sta accadendo e quale sia il futuro del nostro Paese nello scenario Medio Orientale». I cinque stelle chiedono la presenza anche del ministro della Difesa Roberta Pinotti. Anche il Pd, con Lia Quartapelle, chiede «un’informativa del ministro Gentiloni, con l’attenzione alla prudenza necessaria a salvaguardare la vita almeno degli altri due italiani che sono ancora vivi».
«Esprimiamo cordoglio ai familiari dei due italiani uccisi in Libia. Riteniamo necessario che su questa tragedia e sulle vicende della Libia sia informato il Parlamento. Appare singolare che si proceda a una riunione del Copasir che, come è noto, è organo non rappresentativo del Parlamento. L’escalation libica impone trasparenza di decisione e coesione totale, soprattutto alla luce di questa tragedia che colpisce lavoratori presi in ostaggio». A dichiararlo il senatore Maurizio Gasparri.
«Renzi ha le mani sporche di sangue tanto in Libia quanto in Italia. In Italia tifa e libera i delinquenti, sull’immigrazione è complice del terrorismo internazionale. Mentre dalla Libia giungono delle notizie, Mattarella si vanta sull’avanguardia dell’Italia: o sono matti o sono complici sia Renzi che Mattarella. Speriamo che le notizie che arrivano siano infondate», dice Matteo Salvini in conferenza stampa a Montecitorio.
«Indegne e inqualificabili le parole rivolte da Salvini al Presidente del Consiglio, un attacco che oggi non risparmia nemmeno il Presidente Mattarella nella sua alta funzione di garante della pace e della sicurezza di tutti i cittadini italiani e dei migranti che giungono nel nostro Paese». Lo afferma in una nota la senatrice Pina Maturani, vice presidente del gruppo Pd. «Un attacco vigliacco – aggiunge Maturani – un misero tentativo di alzare polveroni per nascondere la grave realtà del sistema di tangenti in Lombardia dove sono coinvolti i più alti vertici della Lega a cominciare dal governatore Maroni. Prima di sferrare simili attacchi Salvini pensi, piuttosto, allo scandalo lombardo e al mercimonio messo in campo dal suo partito sulla pelle e la salute dei cittadini italiani», conclude Maturani.

CONFLITTI A FUOCO

Mentre nella città di Surman, a una ventina di chilometri da Sabrata, avvenivano gli scontri tra l’esercito di Sabrata e alcuni miliziani dell’Isis, anche in Tunisia, a Ben Guerdane – circa 50 chilometri più a est – scoppiava un conflitto a fuoco tra le forze di sicurezza e alcuni miliziani che stavano cercando di penetrare nel paese dalla Libia. Secondo le fonti di stampa araba, cinque di loro hanno perso la vita. Sabrata è una delle città nelle mani dello Stato islamico, che riceve anche supporto da alcune milizie locali fedeli al Califfato. Gli scontri per strappare loro il controllo della zona proseguono da diverso tempo: il 19 febbraio un raid aereo americano ha causato quasi 50 morti. Per questo i miliziani cercavano ora di riparare nella vicina Tunisia. L’esercito di Sabrata si è costituito dall”unione di varie milizie locali lo scorso martedì. Nello scontro di Surman (nelle vicinanze di Sabrata) potrebbero aver perso la vita due connazionali italiani scomparsi lo scorso luglio.

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