Secondo una recente ricerca sembra che la liquirizia non vada d’accordo con la gravidanza. È quindi consigliabile evitarne il consumo, soprattutto in grosse quantità, ma non c’è un limite di sicurezza.
Il motivo? Sembra che il dolcificante contenuto nella liquirizia, la glicirrizina, possa avere effetti nocivi sullo sviluppo del feto. In particolare il consumo di liquirizia potrebbe incidere sulla memoria, sul quoziente intellettivo e portare a disturbi come quello da deficit di attenzione e iperattività.
Lo studio è dell’Università di Helsinki, ed è stato pubblicato su American Journal of Epidemiology. Su un campione di circa 400 ragazzi al di sotto dei 13 anni, e figli di donne che in gravidanza hanno consumato liquirizia, è emerso che coloro che sono stati esposti a grandi quantità della sostanza nel grembo materno rispondevano meno bene ad alcuni test cognitivi rispetto a coloro che avevano avuto un’esposizione minore o addirittura non ne avevano avuta. Inoltre è stato notato che nelle ragazzine la pubertà cominciava prima.
Tutto questo perchè secondo gli studiosi «la glicirrizina amplifica l’effetto del cortisolo, che è un ormone dello stress, e ostacola l’enzima che lo disattiva. Il cortisolo, comunque, non è un nemico del feto in quantità minime».
La radice della liquirizia invece ha grandi proprietà benefiche per chi soffre di disturbi gastrici e di pressione bassa, ma bisogna stare attenti sempre a non esagerare perchè un eccessivo consumo porta a ipertensione, cefalee e crisi epilettiche.