Morbillo, è allarme: già 1.010 casi dall’inizio dell’anno

In tutto il 2016 furono 844. «Vaccinare i propri figli è un atto di responsabilità» spiega il presidente dell’Istituto superiore di sanità

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Registrati in Italia dall’inizio dell’anno 1.010 casi di morbillo contro gli 844 di tutto il 2016. Crollano le vaccinazioni anche se la malattia è molto contagiosa e può avere gravi complicanze come encefaliti, polmoniti, sepsi e in alcuni casi effetti letali. A riportarlo una nota del SIR (Servizio Informazione Religiosa).

MORBILLO E VACCINAZIONI: IL PARERE

In un’intervista al Sir, Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), ricorda l’allarme lanciato già due anni fa sull’abbassamento della soglia di protezione vaccinale dei bambini all’85%, molto al di sotto di quel 95% necessario per garantire la “immunità di gregge” della popolazione.

Indispensabile, secondo l’esperto, «un’opera d’informazione, responsabilizzazione e persuasione dell’opinione pubblica»; se necessario, anche il ricorso «all’obbligatorietà della vaccinazione».

ALLARME CONFERMATO: SERVONO LE VACCINAZIONI

Linea condivisa anche dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Il ministero e l’Iss hanno pubblicato ieri sui loro siti la prima infografica settimanale per monitorare e aggiornare sull’epidemia. Mentre Beatrice Lorenzin ha affermato in un tweet: «Aumento casi #morbillo conferma l’allarme. Fondamentale e urgente applicazione nuovo piano vaccini».

QUESTIONE DI RESPONSABILITÀ

«Vaccinare i propri figli – puntualizza Ricciardi – è un atto di responsabilità nei loro confronti e nei confronti di quei 1.500 bambini immunodepressi, con gravi patologie croniche o affetti da tumori che non possono essere vaccinati e che andando a scuola rischiano la vita», mentre opporvisi «in maniera ideologica e antiscientifica diventa un problema di sanità pubblica».

Per questo, «imporre l’obbligo delle vaccinazioni inserite nel Piano nazionale come condizione per l’iscrizione al nido o alla scuola materna potrebbe essere una soluzione, almeno temporanea».