È battaglia alla Città metropolitana sulla scelta del futuro sito di stoccaggio dei rifiuti, che stando ai primi documenti e rivelazioni la sindaca Raggi vorrebbe sceglierlo tra i paesi della vicina provincia. Una vecchia diatriba che non hanno potuto evitare neanche i “rivoluzionari” grillini al governo.
Oggi si è riunito, dopo due mesi, a Palazzo Valentini il Consiglio Metropolitano. Durissimo l’attacco di Federico Ascani, capogruppo de “ Le Città della Metropoli “ che ha denunciato la «gestione confusa e dirigistica della Sindaca Raggi e del Vice Sindaco Fucci ( peraltro assenti ) sull’Ente, fermo da mesi e ancora senza un Bilancio. L’ostinazione con la quale, malgrado la mancanza dei numeri in aula, La Sindaca ed il suo Vice si ostinano a non coinvolgere le altre forze politiche nel governo del territorio ha fatto precipitare la Città Metropolitana in una sorta di limbo degli Enti addormentati. A fronte di questa denuncia sia il capogruppo del Movimento 5 stelle Ferrara e ancor più il consigliere De Vito hanno platealmente preso le distanze dalla gestione del duo Raggi – Fucci, ed in particolare De Vito ha chiesto una seria riflessione al loro interno».
Intanto fa discutere il documento inviato dalla Città Metropolitana di Roma Capitale a tutti i sindaci del territorio provinciale che saranno costretti a fare i conti con ipotesi di future discariche nei loro territori. Lo scopo del lavoro realizzato dal governo a Cinque Stelle della Città Metropolitana di Roma Capitale, infatti, è quello di fornire una mappatura delle aree idonee a ospitare impianti di trattamento, recupero e smaltimento rifiuti da poter mettere a disposizione delle amministrazioni locali. «Dai puntini rossi posizionati sulla mappa, si evince che i grillini vogliono trasformare la provincia nella discarica di Roma – si legge in una nota del il deputato dem, Emiliano Minacci – come se il Grande Raccordo Anulare fosse un vero e proprio spartiacque tra due mondi diversi. In altre parole: Roma produce i rifiuti, i Comuni della sua area metropolitana li raccolgono e li smaltiscono. Sia chiara subito una cosa – continua – questo non lo permetteremo. I primi a opporsi a questa ipotesi scellerata devono essere proprio i sindaci metropolitani che hanno 60 giorni di tempo per presentare le loro osservazioni a un piano fatto con i piedi che rischia di mettere in ginocchio i nostri territori creando una frattura sostanziale tra la città e il suo hinterland. Gli impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti servono, anche urgentemente: ne siamo tutti consapevoli e in quest’ottica le Istituzioni hanno il diritto e il dovere di concorrere alla risoluzione di un problema che rischia di diventare sempre più drammatico. Proprio per questo, però, ciascuno deve fare la propria parte di lavoro: Roma in primis».