500 Miglia d’Indianapolis: il vincitore è il samurai Takuma Sato. Alonso KO

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“Il samurai alla conquista dell’America”: sarebbe un titolo perfetto per un film ispirato a questa 500 Miglia d’Indianapolis, che ha visto vincitore il giapponese Takuma Sato, ex-pilota di Formula 1 e da anni corridore in IndyCar (l’erede della Formula Indy).

Una gara ricchissima di colpi di scena (come da sempre sul leggendario catino), tra cui il terribile incidente occorso al cinquantaquattresimo giro a Scott Dixon, finito in collisione con Jay Howard. La vettura di Dixon è decollata in aria, in piena accelerazione, finendo per letteralmente disintegrarsi contro il muro nella parte interna della pista. Dell’auto praticamente restava solo il roll-bar con dentro l’australiano, per fortuna uscitone sulle sue gambe. Scott ha poi calmato i suoi fan, preoccupati per le sue condizioni di salute, postando una foto con lui sorridente su Twitter.

A seguito di ciò è stata sventolata la bandiera rossa, interrompendo la corsa, che in quel momento vedeva in testa Fernando Alonso, iscritto col team McLaren-Andretti (il suo posto al GP di Monaco di F1, dove si correva lo stesso giorno, è stato preso da Jenson Button). Alonso ha debuttato alla grande nella massima serie americana, rimanendo in testa per parecchi giri e lottando per la vittoria fino a 21 giri dal termine, quando il motore Honda della sua monoposto lo ha tradito, lasciandolo a piedi. Nonostante la delusione finale, Fernando si è detto soddisfatto dall’esperienza d’Indianapolis, complimentandosi col pubblico americano e gli organizzatori per la calorosità di questo ambiente, totalmente diverso da quello freddo, asettico e “aristocratico” delle corse di F1, e di essere pronto ad affrontare nuovamente questa sfida, ora che conosce alla perfezione questo tipo di corse.

La prestigiosa gara è stata quindi vinta da Takuma Sato, davanti ad Helio Castroneves ed Ed Jones dopo aver dato la “zampata” finale con un sorpasso ai danni del pilota Penske a otto giri dal termine, divenendo il primo pilota giapponese a vincere la Indy 500.

Chi è Takuma Sato?

Takuma Sato ha debuttato in Formula 1 nel 2002 con la Jordan-Honda, “raccomandato” dalla Casa del Sol Levante. Contrariamente ai classici pregiudizi nei confronti dei piloti paganti, ha dimostrato fin da subito grandi doti velocistiche, seppur afflitto da incostanza nei risultati.

Nel 2003 è passato alla BAR, sempre motorizzata Honda, come terzo pilota e collaudatore, sostituendo nell’ultima gara della stagione, in Giappone, l’appena licenziato Jacques Villeneuve, cogliendo davanti al pubblico di casa un sorprendente sesto posto.

Il 2004 è stato il suo anno più positivo nella massima serie: pur venendo messo in ombra più volte dal suo compagno di squadra Jenson Button (futuro campione del mondo 2009), grazie alla strepitosa BAR 006 è riuscito a conquistare buoni risultati, tra cui un terzo posto al Gran Premio degli Stati Uniti proprio sul circuito d’Indianapolis, dietro solo alle Ferrari di Michael Schumacher e Rubens Barrichello.

Da quel momento, tuttavia, è cominciata la sua parabola discendente: il 2005 si è rivelato amaro di soddisfazioni, con una vettura che è solo la pallida ombra della sua genitrice e con la quale ha conquistato solo un punto. Nel 2006 è stato quindi “declassato” alla Super Aguri, il di fatto debuttante junior team dell’Honda, dove ha corso le ultime tre stagioni della sua carriera in F1, conquistando solo due piazzamenti a punti nel 2007 in Spagna e in Canada (dove è stato protagonista di un incredibile duello per la sesta posizione con la McLaren-Mercedes di Alonso).

A seguito del ritiro della sua Casa automobilistica dal Circus e un 2009 sabbatico (nel quale è stato a un passo dall’essere ingaggiato dalla Toro Rosso), nel 2010 è tornato in pista, stavolta nel campionato IndyCar col team KV Racing Technology, per il quale corse anche nel 2011. Dopo una breve parentesi nella scuderia Rahal Letterman (con la quale per un soffio non ha vinto la Indy 500 del 2012), dal 2013 al 2016 ha militato nelle fila dell’A. J. Foyt Enterprises, per poi stabilirsi nel 2017 nell’Andretti Autosport (guidato da Michael Andretti, figlio del grande Mario), con la quale ha vinto la 500 Miglia d’Indianapolis.

Simone Pacifici