All’alba i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo nell’ambito dell’operazione “Reghion”. Le indagini, avviate nel 2013 dal Nucleo investigativo carabinieri di Reggio, hanno portato all’acquisizione di pesanti indizi a carico di 10 persone, fra le quali Domenico Kappler, dal 2011 al 2013 presidente del cda della municipalizzata Risorse per Roma. Le accuse per gli indagati sono di concorso esterno in associazione mafiosa, turbativa d’asta, truffa, corruzione ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’ex senatore di An Kappler, 56 anni, avrebbe fatto parte di un comitato d’affari che orientava appalti pubblici multimilionari a imprese riconducibili alla ‘ndrangheta’ e viene definito dagli investigatori un “personaggio cardine della vicenda corruttiva” nonostante non avesse cariche formali che giustificassero il suo coinvolgimento nella vicenda. Il manager sarebbe stato legato da stretti rapporti imprenditoriali con un altro fermato, Alberto Scambia, romano, e avrebbe corrotto un dirigente del Comune reggino affidandogli un incarico professionale per conto di Risorse per Roma. Inoltre Kappler avrebbe avuto una capacità di influenza sull’ Acea per la gestione operativa di due società Idrorhegion e Acquereggine che hanno gestito per molti anni il sistema reggino di depurazione delle acque. Ma chi è Kappler? “Colonnello” di AN, un tempo molto potente, fu il punto di riferimento della destra sul litorale romano ed è confluito lo scorso anno nei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Ingegnere, con uno studio di progettazione molto noto a Nettuno, ha costruito la sua fortuna grazie agli appoggi politici: è stato senatore, capogruppo del Comune di Nettuno, segretario provinciale di Alleanza Nazionale. Nel 2001, davanti alla porta del suo studio trovò una busta con dentro una pallottola 357 magnum ed è proprio in quell’anno che diventa senatore nominato alla commissione Difesa. All’apice del successo ecco lo scandalo. I suoi guai cominciano nel novembre del 2005 quando la Procura di Velletri indaga sui rapporti fra alcuni boss della ‘ndrangheta e gli amministratori locali. E nelle intercettazioni telefoniche vengono fuori anche i nomi di Kappler e di Luca Celori, all’epoca capogruppo di AN nel Lazio. In quell’inchiesta Kappler e Celori non risultarono sul registro degli indagati e si dichiararono “estranei a tutte le accuse”, ma non mancarono le conseguenze politiche, perché Gianfranco Fini chiese, ed ottenne, lo scioglimento del Consiglio comunale di Nettuno e Kappler si dimise da segretario provinciale di quell’ex feudo della destra.
«Delusione, amarezza per il comportamento di Fini – dichiarò allora Kappler perché – in Sicilia An difende a spada tratta il presidente Cuffaro, mi aspettavo lo stesso per Nettuno, per noi e per me». Da allora “Mimmo” non fu più eletto al Parlamento. Ripescato da Alemanno per RpR, Kappler risulta comunque un personaggio indigesto alla diaspora e nelle faide della destra romano. Così è lo stesso Gianni a tirarlo in ballo fra i suoi beneficati, nonostante l’ostracismo di Giorgia e l’ostilità manifestata nel corso della recente campagna elettorale nei suoi confronti dai camerati, onorevole Rampelli e dal senatore Augello. Che la destra di adesso e di allora abbia sempre avuto solidi rapporti con le terre calabre emergeva anche dall’inchiesta del procuratore aggiunto milanese Ilda Boccassini che alla fine del 2011 ( come riportato da questa testata) fece scattare le manette anche per Francesco Morelli – e qui entra in ballo Alemanno – componente del Consiglio Regionale della Calabria, eletto nella lista ‘Pdl-Berlusconi per Scopelliti’. Il politico faceva parte della fondazione del sindaco Nuova Italia e con lui aveva fondato “Area”, la rivista/movimento della Destra Sociale di An negli anni ’90. Tale era la famigliarità fra i due che fu proprio Gianni a sponsorizzare in pubbliche manifestazioni (vedi video http://www.cinquequotidiano.it/news.asp?id=5261) la candidatura dello stesso Morelli alle regionali di allora indicandolo come “la persona giusta” per il rinnovamento della regione. La prossimità di ambienti di destra con le cosche venne fuori anche dalle indagini che portarono in galera Gennaro Mokbel, finanziere e faccendiere dalle note frequentazioni con la estrema destra romana. L’arresto di Mokbel portò alle dimissioni del senatore Nicola De Gerolamo inquisito anche per poco raccomandabili frequentazioni calabresi. Insomma, non è che i camerati de noantri in Calabria si recassero sempre e solo in vacanza e il caso Kappler ne è l’ennesima conferma.
Giuliano Longo