Servizi sociali, passa la riforma in Consiglio

Il presidente Zingaretti: «Da oggi il Lazio è una regione più giusta»

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Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato la proposta di legge n. 88 del 2013 che riforma i servizi sociali, finora regolati da una norma del 1996. Dopo due giorni consecutivi di lavori è arrivato l’ok dell’Aula con il voto favorevole di 28 consiglieri, sette i contrari e sei gli astenuti. L’obiettivo della riforma è quello di definire un modello di welfare regionale più aperto alla partecipazione dei soggetti pubblici e privati che operano nel sociale. Il Lazio potrà così contare su un welfare “plurale”, con un sistema allargato di governo basato sulla gestione dei servizi da parte dei comuni in forma associata.
A questo punto, Terzo settore, associazionismo, cooperazione e impresa sociale saranno chiamati ad una partecipazione sistematica e alla definizione degli interventi per promuovere la progettualità e l’innovazione sociale.
«Il Lazio era una delle pochissime regioni italiane a non aver mai recepito la legge 328 del 2000 sui servizi sociali. Ora questa legge è stata approvata dal nostro Consiglio regionale, e così da oggi il Lazio è una regione più giusta» ha spiegato il presidente Nicola Zingaretti.
«Si tratta di una riforma storica – ha aggiunto – che rimette al centro il tema dei diritti e dell’universalità del welfare, un valore non negoziabile. Con questa legge riorganizziamo l’intera rete dei servizi sociali regionali rendendoli più efficienti ed efficaci sotto il profilo della gestione, della programmazione e della spesa – ha spiegato Zingaretti -, con una maggiore attenzione ai bisogni delle persone più deboli sia dal punto di vista sociale che sanitario. Il sistema regionale del welfare riformato garantirà infatti un raccordo più forte fra gli interventi sociali e quelli sanitari a livello di programmazione, organizzazione, erogazione e finanziamento».
Finora, dice ancora Zingaretti, «si era avuto un sostanziale scollamento tra sistema sociale e sanitario, con una cattiva qualità degli interventi e un conseguente spreco di risorse. Questa riforma porterà a una pianificazione strutturata, ragionata e partecipata delle scelte di politica sociale. Tre anni fa, nei primi cento giorni di questa Giunta, abbiamo avviato un enorme percorso di ascolto e di scrittura partecipata di questa riforma, coinvolgendo tantissimi sindaci, amministratori, dirigenti e funzionari del servizio sociale territoriale, tutte le associazioni di categoria degli operatori, i sindacati, le associazioni, la cooperazione, i cittadini». «Ne è nata una proposta affidata dalla Giunta al Consiglio ed implementata in VII Commissione, dopo un grande numero di audizioni e di sedute, in un clima di collaborazione, per il quale desidero ringraziare i consiglieri regionali, e si è arrivati all’approvazione condivisa di molti importanti emendamenti migliorativi del testo di partenza. È grazie a questa partecipazione così ampia, sia della società civile, sia dei diversi schieramenti presenti in Consiglio, che questa è la riforma attesa e richiesta da tanti», ha concluso il presidente della regione.

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