Roma ripulita, ma resta il nodo degli impianti

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Il torinese  Alessandro Solidoro nominato amministratore unico il 4 agosto e Stefano Bina direttore generale di Ama, di fresca nomina, non hanno avuto di certo il tempo per vantare i risultati di raccolta che una nota anonima del Campidoglio riportava ieri. Anzi, ancor prima del suo insediamento ufficiale, Repubblica riferiva dei deludenti risultati  ottenuti dal Bina nella sua  Voghera, maglia nera della differenziata in Lombardia e contestato anche dagli stessi grillini locali. Semmai del risultato dovrebbero menarne vanto la sindaca Raggi e l’assessora Muraro che con il suo blitz in Ama, con tanto di streaming in diretta, sancì la fine dell’esperienza Fortini con il quale aveva collaborato nei suoi 10 anni di consulente Ama. La ‘fonti del Campidoglio’ scrivono dunque che a oggi  sono state smaltite e trattate 7 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati. Quindi le maleodoranti  fosse degli impianti di Trattamento meccanico biologico (Tmb) di Rocca Cencia e Salario sono state “totalmente svuotate”, permettendo “dopo un anno e mezzo di stop, l’avvio dell’attività di manutenzione degli impianti” senza  più fermi straordinari e con la massima operatività a partire da metà settembre”.  

Sempre secondo le ‘fonti’  “la progressiva regolarizzazione del funzionamento dei Tmb ha permesso la piena disponibilità dei mezzi nei turni di raccolta programmati e il conseguente, regolare svuotamento dei cassonetti stradali per la raccolta sia indifferenziata sia differenziata”. Quindi  più personale dedicato   allo spazzamento e ai servizi di raccolta foglie e diserbo. Insomma, a dar retta alle ‘fonti’ la sindaca e la Muraro avrebbero rispettato l’impegno a ripulire Roma entro il 20 di questo mese. A fare le pulci ci hanno pensato alcuni cronisti che gironzolando per Roma hanno scoperto cumuli di rifiuti e cassonetti ancora strapieni, ma l’impressione è che la città sia più pulita di prima. Certo, l’operazione Raggi/Muraro è stata favorita dall’assenza dei due terzi delle famiglie romane per le vacanze agostane e i nodi verranno al pettine con la riapertura delle scuole a settembre.  Da parte sua la Regione, che ha già indicato l’urgenza di una discarica di servizio per i rifiuti trattati che oggi vengono sversati in altre discariche analoghe del Lazio oppure esportati all’estero e al nord come organico da bruciare. In attesa di quel piano strategico che  Ama dovrebbe presentare alla Regione  già qualche importante comune del Lazio comincia ad alzare la voce sostenuto dai comitati che i rifiuti di Roma non li vogliono nelle loro discariche. Ma nell’immediato la partita capitolina si giocherò  sulla riattivazione a pieno ritmo anche dell’impianto Tmb di Cerroni  quel trito-vagliatore di Rocca Cencia che  Fortini non voleva utilizzare anche per tenere l’avvocato alla larga dalla monnezza romana dopo le sue note vicende giudiziarie.  Quell’impianto era già stato autorizzato dalla Provincia con il D.Lgs. 46/2014 e rimane in attesa della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per determinare la relativa tariffa di un impianto che nel frattempo Cerroni ha concesso in gestione a terzi. Uno dei tanti problemi che il duo Solidoro/Bina e l’assessora Muraro dovranno affrontare da subito per non trovarsi in emergenza rifiuti in ottobre. Anche a costo di venir accusati di voler rimettere in gioco il re della monnezza che comunque si tiene ben stretti tutti i suoi impianti di trattamento che magari Fortini avrebbe voluto requisirgli a costo zero.

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