La maggioranza dei romani vuole le Olimpiadi

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La sindaca Raggi e il Movimento5 stelle che si proclama da sempre vicino al popolo che in  intenderebbe consultare permanentemente in modi ancora ignoti, rinuncia all’unica forma di consultazione popolare rappresentata dal referendum. Così respinge con parole al limite del disprezzo nei confronti dell’ex consigliere Magi, quello che i Radicali (pur contrari allo svolgimento delle Olimpiadi nella Capitale) vanno proponendo da almeno due anni (LEGGI QUI). La verità è che anche i grillini ne danno per scontato l’esito che scipperebbe loro il potere di veto pur sempre contrattabile con il Governo e gli esecrati ‘poteri forti’ non meglio identificati. La conferma della loro eventuale sconfitta in sede referendaria arriva da un sondaggio del  Censis secondo il quale il 50,2%  degli intervistati si è detto favorevole a fronte di un 36,2% di contrari. Ma la forbice dell’indagine Censis si amplia, se si tiene conto delle risposte di chi abita negli altri comuni della provincia: con loro la media è di 51,9% per il si, 32,5 per il no.  Se poi volessimo confrontare il risultato di questo sondaggio con l’effettivo consenso dei Romani alla Sindaca che al ballottaggio ha conquistato il 67,15% dei suffragi, ci accorgiamo che in termini reali i voti che l’hanno premiata sono stati 774.554 su un numero di aventi diritto pari a / 2.093.740 e con una popolazione residente in Roma di  2.872.021. Senza contare che la Città Metropolitana di cui la Raggi è sindaca e che comprende gli abitanti dei comuni della provincia, conta 4.336.000 abitanti. Si tenga inoltre   presente che se quasi un romano su due non ha votato alle ultime comunali, non è detto che lo stesso avvenga per una consultazione che esula da stucchevoli confronti politici, ma mira al sodo del futuro di questa città. Viene allora da dire che una minoranza tiene in scacco una intera metropoli che in gran parte i giochi olimpici li vuole. Di contro va detto che   Amburgo ha respinto la prospettiva olimpica con il 51,7% dei partecipanti alla consultazione mentre Boston non ha avuto nemmeno bisogno del referendum.

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