Appendino va dalla Raggi: «Non ha bisogno dei miei consigli»

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Ve lo ricordate Ignazio Marino che incontra Matteo Renzi fra una folla di fotografi ai Fori imperiali? In verità Ignazio ce lo voleva portare in bicicletta, ma motivi di sicurezza indussero il presidente del Consiglio, da poco nominato, a desistere dalla comparsata ciclistica.  Ebbene, nonostante le polemiche con cronisti e fotografi anche Chiara Appendino, che non è certo Matteo ma guida l’Amministrazione di Torino strappata  alla sinistra, è venuta a trovare la Raggi. Unite dal comune marchio 5 stelle, le sindache hanno ben poco in comune, non solo per la dimensioni dei problemi che devono affrontare, ma forse anche per carattere, decisionista e con le idee chiare la sabauda, emotiva (forse) e ancora nell’incertezza  la romana. Chiara varca le soglie del Campidoglio  alle 9.40 circa, con venti minuti di anticipo per l’incontro con la prima cittadina di Roma che non è ancora giunta a Palazzo Senatorio, infatti l’incontro era previsto per le 10. Rispettata la puntualità, finalmente il tète a tète tra le due prime signore, del quale trapela ben poco se non le solite frasi di circostanza dei comunicati ufficiali.  Così veniamo a sapere che «è  andato tutto bene, abbiamo preso un buon caffè e abbiamo parlato soprattutto di città metropolitana e percorsi di collaborazione in ambito culturale».
Poi la solita domanda scontata dei cronisti alla Appendino  sui consigli alla Raggi, che ha meritato l’altrettanto scontata risposta «Non credo che abbia bisogno dei miei consigli. Sono città molto diverse». Qualche consiglio glielo dà invece il sindaco di Parma  Federico Pizzarotti, sospeso da M5stelle, giunto a Roma per l’assemblea dell’Anci.
«Non credo abbia bisogno dei miei consigli, sono città molto diverse» premette «ma rispetto alla scelta degli assessori e di altri incarichi con un percorso più condiviso avrebbe evitato le polemiche interne. È mancato il fatto di pensarci per tempo, io lo dicevo da un anno che a Roma si vinceva.»
Quanto alla vicenda Muraro, ha aggiunto «non penso ci siano colpe o errori, nella misura in cui hanno scelto di percorrere quella strada, ovvero di non rivelare che l’assessore all’ambiente fosse indagata quindi devono solo spiegare» Per Pizzarotti la vicenda di Parma é simile perché «io ho deciso di farmi ascoltare prima dai magistrati e lo rifarei domani stesso. Ma la vicenda di Roma è il paradosso. Diversa la posizione del direttorio: in una situazione identica alla nostra c’è disparità di trattamento».
Eppure se l’incontro ha un senso politico, al di là delle formalità, lo si può intravedere nel tentativo del Movimento di dare una immagine di compattezza dei suoi amministratori, che pure ad oggi in Italia sono tanti.

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